Una delle cose che faccio durante i corsi e spesso nel coaching personale, è quella di soffermarmi sull’identità delle persone. Aiutarle a riflettere, su chi sono, sui modelli che li ispirano, sui ruoli che hanno e le caratteristiche di questi ruoli.
Per esempio, molti uomini possono essere mariti/fidanzati e molte donne possono essere mogli/fidanzate, ma con che caratteristiche?
Perché si può essere delle “desperate housewife”, o delle libere, divertite e gioiose mogli/amanti (attenzione: quando parlo di amante non intendo, colei che è la “donna non ufficiale”, intendo amante come donna/uomo che ama, in modo passionale e sensuale). Si può essere dei mariti/fidanzati, “padre-padrone” o che si sentono braccati dal peso delle responsabilità, o degli compagni ironici, passionali, forti, e allo stesso tempo rilassati. Insomma, tutti a noi abbiamo delle identità nella nostra vita che guidano i nostri comportamenti e le nostre scelte.
Possiamo considerarci dei “gitani”, dei “rivoluzionari”, delle “dee”, dei “risvegliatori”, degli “imprenditori di successo”, dei “falliti”, dei “vincenti”, dei “grandiosi essere umani”, delle “schiappe”. Le identità sono più o meno conscie. Ovviamente, se una persona pensa di essere una fallita, si comporterà in modo diverso da quello che farebbe se credesse di essere un “grandioso essere umano”.
Nel film MEMORIE di UNA GEISHA, tratto dall’omonimo libro, dopo che la seconda guerra mondiale arriva anche in Giappone, le vite dei protagonisti vengono stravolte. La protagonista Sayuri, dopo essere stata la più famosa e desiderata geisha, si ritrova ad essere una semplice donna che tinge kimoni. Mentre molti degli uomini facoltosi che erano parte del suo mondo, perdono le loro fortune, le loro fabbriche, i loro possedimenti. C’è un dialogo particolarmente significativo, tra Sayuri e il personaggio di Nobu, che rende perfettamente l’idea di quanto potenti possano essere i ruoli o identità che ci diamo:
NOBU: (mostrando un sasso)Questo è quanto rimane delle nostre fabbriche.
SAYURI: Mi dispiace tanto Nobu-san
NOBU: Sayuri … noi vorremmo ricostruire ma per farlo abbiamo bisogno del tuo aiuto.
SAYURI: Cosa posso fare?
NOBU: Da qualche parte sotto quegli stracci, sei ancora la più grande Geisha di Miako!
SAYURI: Se un albero non ha foglie, né rami, si può ancora chiamare albero?
NOBU: (sorridendo) Con nient’altro che macerie ai miei piedi, posso ancora chiamarmi un uomo d’affari?
Il personaggio di Nobu, pur con “macerie ai suoi piedi” continua a sentire di essere un uomo d’affari, quindi le azioni che mette in atto successivamente nella storia, portano la sua compagnia a ritornare in auge. Ciò che credete vero, rispetto a chi siete come persone, influenza tutta la vostra vita, le vostre scelte, le vostre azioni.
Durante una puntata del corso che tengo per sole donne sul COACHING CAFFE’, su che tipo di donna voglio essere nella mia vita, una partecipante, ci disse che uno dei personaggi che l’avevano influenzata fin da quando era bimba, era Lady Oscar. Ora, se ricordate bene, Lady Oscar è una bambina, che viene cresciuta come un maschio diventando una guardia a servizio di sua maestà la regina di Francia. Ovviamente è una donna molto forte, con un grande cuore, senso di lealtà e dell’onore, molto elegante. L’unico intoppo è che dato che tutti credono che sia un maschio, sarà costretta per la maggior parte della sua vita, a reprimere la sua femminilità. Quando questa ragazza ci raccontò che il suo modello di donna era Lady Oscar, le mi antenne si drizzarono.
Le chiesi immediatamente se si sentisse a suo agio nell’esprimere la sua femminilità. E indovinate quale fu la risposta? Ovviamente no. Scoprimmo in breve che molto spesso nella sua vita, si trovava a lottare per ottenere quello che voleva (Lady Oscar, fa parte dell’esercito francese, fondamentalmente è una guerriera). Mentre le facevo altre domande, lei ebbe un vero e proprio momento di rivelazione!
Tutto le fu chiaro. Ci disse, stupita ma anche molto sollevata, condividendo con me e le donne del suo gruppo, che non si era resa conto come quel modello di donna (lady oscar) che aveva scelto da bimba, avesse profondamente influenzato le sue scelte.
Quella sera, scelse nuovi modelli da seguire, e “creò” delle nuove identità. Ovviamente allineate con il tipo di donna che lei sentiva di essere e di voler sviluppare. Dopo qualche tempo, mi disse che quel cambiamento le era servito moltissimo in altri aspetti della sua vita.
Quando scelsi di buttarmi in questo lavoro di coaching e formazione, la maggior parte dei miei modelli da cui traevo ispirazione e, in cui a volte mi identificavo, erano maschili. Non fu un caso per me, che i primi anni, feci un sacco di fatica, nel fare training e coaching. Perché i modelli che sceglievo, erano persone straordinarie, solo che erano tutti uomini.
Così, un paio di anni fa tra le mie identità iniziai a inserire modelli femminili (per esempio “gitana risvegliatrice” o “coach di frontiera”). Mi sentii decisamente molto più allineata con la mia essenza più profonda. E sperimentai un senso di fluidità e rilassatezza, a cui mi sono piacevolmente abituata.
Le domande che ho per te oggi sono:
- Quali sono alcuni modelli che fino ad oggi ti hanno profondamente influenzato?
- Sono ancora validi per la persona che vuoi essere?
- E’ tempo di esplorare nuovi aspetti della tua identità?
- Quali sono nuovi modelli, nuove identità che potresti scegliere da ora in poi?
Dai forza, lascia un commento qui sotto! Sarà un piacere risponderti e iniziare a scoprire nuovi territori, dentro di te!
La tua coach di frontiera,
Chiara… Siempreclara
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Ero tra le “prime donne” del Coaching Caffè, nel senso che ho partecipato alla prima edizione. E ti ricordi, Chiara, che non ho saputo dare risposta alla tua domanda? Non ho saputo trovare un modello, un ‘immagine da tenere sempre davanti a me per poterla rincorrere e raggiungere (in tedesco modello si dice Vorbildung, cioè immagine, figura che sta davanti), ti ricordi? Andai a fondo alla questione e capii che i miei ostacoli dipendevano dal fatto che i modelli cui facevano riferimento erano maschili e che in qualche modo sentivo che non m’ appartenevano. Difatti riconosco di aver problemi ad esprimere la MIA femminilità, non quella che ci viene socialmente imposta, ma ME in quanto DONNA. E tempo fa lessi “noi che ci vogliamo così bene” di MArcela Serrano, un’autrice cilena che come Isabel Allende costruisce storie attorno a personaggi prevalentemente femminili. Ebbene, Maria, una delle protagoniste del romanzo è diventata da subito un mio modello. E’ una guerrigliera, combatte dietro le quinte, sicura, impavida, vive le sue passioni senza risparmiarsi e questo la porta a godere la vita a sentirla sotto la pelle, senza tuttavia minare il suo spazio vitale. E’ una donna da molti grandi amori, una viaggiatrice, ascolta e non giudica, è fedele di quella fedeltà cavalleresca di chi è capace di difendere a spada tratta e deporre lo scudo all’occorrenza, di chi si sa assumere le proprie responsabilità. Forgiata dalla sofferenza come dalle gioie. Combatte draghi ma sa anche arrendersi al principe azzurro. E potrei andare avanti, ma non è questo lo spazio. Questa donna ha una quarantina d’anni, se non ricordo male. Il problema è che confido a quarantanni di essere così..ma ora, che ne ho 23? Dovrei forse trovare un modello mio coetaneo? Un bacione Chiara, ti scriverò presto in privato.
Chiara mi ha aiutata a cogliere gli aspetti di durezza del mio ‘modello’: io mi identificavo con il personaggio di Clara del film “la casa degli spiriti”, una donna meravigliosa anche se, pur amando profondamente suo marito e seppur per un fatto grave, non gli rivolgerà mai più la parola fino alla morte. Ora penso a una Clara che può rivendicare il diritto di essere incoerente 🙂 Grazie!
@ anna:carissima, quella che hai scelto, ancora una volta è una guerriera. Ora, il presupposto, è continueranno ad esserci draghi nella sua vita (il che è plausibile nella vita di tutti) solo che porti sempre avanti energia di lotta e guerra. Dunque, tienila pure, se ti piace. Poi magari aggiungi qualcosa che non deve necessariamente ispirarsi a una persona. Per citare un libro potresti essere una “dolcissima donna selvaggia”. Oppure “acqua vivace e sensuale” o “terra radicata e ironica”. Insomma usa la tua fantasia. Ovviamente le caratteristiche che sceglierai non saranno a caso:sono sicuramente qualità che già sono presenti in te! Potresti essere una gitana rilassata, in pace e piena di vita… Dai spazio all’immaginazione. Sono sicura troverai anche nuove definizioni che ti ispirino e che senti in linea ai tuoi 23 anni!
@alessandra: me lo ricordo bene! Io penserei anche a una Alessandra che può rivendicare tale diritto… leggera, divertita, profonda! Che te ne pare?
Credo che la nostra mente ha un potere! Possiamo fare della vita un inferno e dell’inferno un paradiso. Un caro saluto Giuseppe Maria Bernardi
Chiara…che bello ascoltarti a Radio Montecarlo al venerdì mattina. Mi ha colpito molto questo articolo sui modelli. Pure io da piccola ero una “Lady Oscar” e infatti… 2 moto, enduro e stradale e tantissime responsabilità sulle mie spalle. Con il tempo e la mia insaziabile curiosità a fare tantre cose e corsi.. mi han portato a fare shiatsu, reiki, che mi hanno regalato tanta consapevolezza. Ormai ho 37 anni, vivo da sola da 5 anni e… desidero una famiglia. Ma sono abituata ai miei tempi, spazi, a stare bene pure da sola. Come farò a tranqulillizzarmi??? Desidero tantissimo un figlio/a , e trovare un uomo che si “sposi” con il mio carattere non è facile. Ora da qualche giorno frequento un ragazzo giovanissimo con un carattere meraviglioso, ma causa la nostra grande differenza di età.. non voglio illudermi. Ciao, ti ammiro molto, Federica Ferretti
Ciao Federica, benvenuta! Prima di conoscere Alessandro, il mio uomo, avevo bene in testa un criterio fondamentale. Io stavo bene anche da sola, e la mia idea di relazione era completamente diversa da tutto quello che vedevo intorno a me. Promisi a me stessa 9 anni fa, che sarei stata con qualcuno solo se mi fossi sentita più libera in coppia di quello che mi sentivo già da stando sola… sembrava utopia a tutti. Io ho continuato a crederci. Quello che ti posso dire oggi che vivo una relazione che è esattamente come la desideravo (con tutti i suoi alti e bassi da cui nessuno è esente), è che è assolutamente possibile vivere la vita di coppia che va bene per noi… non quella che crediamo DOVREMMO vivere, ma quella che VOGLIAMO vivere. Ti consiglio caldamente ti venire a frequentare il corso “Amore, Libertà e Passione”, è un corso fantastico per chi vuole vivere una vita di coppia strepitosa, libera da standard e cliché che non ci appartengono. UN ABBRACCIO e ti aspetto!
Chiara