Cari lettori e lettrici, bentrovati a tutti qui con me, sul mio blog… lo so, lo so… è davvero da troppo tempo che non mi facevo viva! Ma ora eccomi di nuovo qui pronta a postare video, idee, realizzazioni, che portino freschezza nella nostra vita.
Stamattina, mi è capitato di soffermarmi per un istante a leggere gli annunci pubblicitari che vengono messi nella colonna di facebook. Ed ecco professionisti o società che ovviamente, cercano di differenziarsi dagli altri e allo stesso tempo di acquisire credibilità agli occhi dei propri “potenziali clienti”. Non c’è nulla di male in questo, lo faccio anch’io come chiunque altro. Tuttavia per la prima volta, ho avuto una profonda realizzazione che voglio condividere e sulla quale con voi, vorrei dialogare.
Se è vero che mettere un titolo o delle onorificenze davanti alle persone, fa generalmente guadagnare credibilità mi è chiaro che fa anche acquisire pesantezza.
E più che facilitare gli scambi fra gli esseri umani, i titoli diventano muri che mettono distanza. Improvvisamente mentre facevo questa riflessione, mi sono venuti alla mente 3 personaggi: Bruce Lee, Steve Jobs e M.L. King. Nessun titolo nelle mia testa davanti ai loro nomi. Nessun “esimio” “dott.” “Presidente” “life coach” “leader di..” “CEO”. Niente. Non ne hanno bisogno.
Il loro nome evoca da sé un concetto e una serie di sensazioni molto precise. Sì, certo, qualcuno potrebbe dire che il loro “brand” è il loro nome. Ma di fatto al tempo di Bruce Lee e M.L.King, non esisteva ancora il concetto di branding. E se è vero che esisteva con Steve Jobs, ho il forte sospetto che come i precedenti due, il suo focus fosse su creare qualcosa di straordinario.
Cos’hanno in comune questi 3 uomini, senza titoli ma il cui nome evoca unicità, credibilità e grandezza? La dedizione totale al loro “credo”, la capacità di creare qualcosa di unico nella direzione in cui si sono mossi e una spinta alla libertà fuori da comune. Per Bruce Lee, era la devozione al liberare le arti marziali dalla prigione della forma. Per Martin Luther King, era liberare l’uomo dal razzismo radicato nelle loro idee e creare un mondo di uguaglianza attraverso la non-violenza. Per Steve Jobbs, era liberare la creatività infinita a cui abbiamo accesso quando “smettiamo di vivere la vita di qualcun’altro e rimaniamo affamati e folli”. La loro dedizione, al servizio delle loro capacità, è ciò che ha creato una profonda credibilità.
Sì, non sono mancati i detrattori di questi uomini… ma diciamocelo, se per mettere tutti noi stessi in quello in cui crediamo aspettassimo l’approvazione altrui, probabilmente saremmo destinati a non iniziare mai a perseguire il nostro cammino. A volte ci nascondiamo dietro i titoli semplicemente per la paura di non essere abbastanza.
Più che sui titoli, e sul guadagnare credibilità agli occhi delle persone, amici, clienti, colleghi e affini, credo che il nostro focus vada spostato nel puntare lo sguardo nella direzione in cui sentiamo che naturalmente va la nostra devozione più profonda. E una volta vista la direzione, puntare lì la nostra energia.
La prossima volta che dovrete stilare un curriculum, fare una presentazione di chi siete a potenziali clienti, scrivere una breve biografia di voi stessi sul web e via mail allegando ad essa un progetto, usate pure tutti i vostri titoli, ma non dimenticate, che ciò che conta infinitamente di più è il messaggio che sta dietro quei titoli, e che non ha nulla a che fare con le definizioni ma con la direzione che avete scelto di percorrere. Perché prima di “Prof.” “”Dott.” “CEO” “Presidente” “Esimio”, c’è sempre una persona. E la persona ha più importanza dei titoli di cui si riveste o di cui altri la investono. La credibilità più profonda che potremmo mai avere, non verrà dall’elenco dei titoli acquisiti, ma dalla dedizione e dalla determinazione rilassata che avremo nel proseguire con lucidità nella nostra direzione di vita più autentica.
Che ne pensate voi?
Un abbraccio forte dalla vostra coach,
Chiara…
Penso che tu sia un genio!!!!
Per me, uno dei tuoi post migliori!
@Fiore: Dirò a tutti, di investirmi allora di questo nuovo titolo “Grandin Chiara professione GENIO!” ahahaha! Ciao Fiore, torna a trovarmi!
@Novella: Sono davvero felice che ti sia arrivato nel modo in cui è stato pensato!
Splendido!Quante volte ci siamo nascoste dietro qualcuno per nn avere il coraggio di essere noi stesse,ammiro Steve Jobs.Ma ammiro ancora di più chi crede che dietro la semplicità delle cose ci sia la vera libertà e autenticità della vita.La mia creatività è la mia forza in questo momento e mi sento libera!!!Un abbbraccio Chiara!
@anto: ricordo quando hai iniziato ad ascoltare quello che avevo da dire, e non ti era chiaro nulla. Ora ti sento scrivere da lucida e nonostante i tuoi momenti di incertezza (e quelli di ognuno di noi) è una grande gioia sapere che naturalmente hai guardato al funzionamento e a quel che conta. Grande anto! A presto carissima. A novembre faccio un corso di 4 giorni che si chiama “c’era una volta il futuro”… è per te! Mi auguro davvero che ci sarai. Un abbraccio, Chiara