Ad un certo punto entriamo in un luogo del nostro animo arido e deserto. In questo luogo non c’è voglia alcuna di interagire con il mondo esterno; nessuna voglia di essere brillanti o entusiasti o gioiosi. Qualsiasi cosa si discosta dalla condizione desertica ci sembra inappropriata e inutilmente chiassosa. Nel deserto facciamo pulizia e silenzio. Scopriamo oasi insospettabili.
E quando il sorriso dell’animo torna a scaldarci, ci trova sfrondati di pesi inutili. Più integri, più diretti, più leggeri e pronti a muoverci di nuovo nel mondo, fino al prossimo ciclo di eliminazione e creazione.
La ciclicità della vita è saggia e magica.
Cosa ci rende allora miserabile l’esperienza del deserto? Il pensiero che in qualche modo il deserto sia “male”, “pericoloso”, “spaventoso”.

In ogni storia o racconto mistico che io conosca, ad un certo punto, il personaggio principale o il profeta, o il figlio di Dio, si trova ad attraversare una condizione più o meno metaforica di deserto. Quando qualcosa ritorna ciclicamente in storie, momenti, testi sacri puntando il nostro sguardo seppur con parole diverse nella stessa direzione, possiamo ben dire che l’insegnamento parla a noi come esseri umani in quella parte del nostro animo che noi sappiamo essere simile a chiunque altro sulla faccia di questa terra.
Il deserto ritorna nella nostra vita ciclicamente e una volta visto per ciò che è, smette di spaventarci. Allora ci addentriamo in esso e scopriamo quanto potente sia il nulla intorno a noi una volta che ne vediamo anche l’altro aspetto: uno spazio di infinita creazione, senza limiti.
C.G.
Ti faccio i complimenti Chiara .
Sei riuscita in pochissime parole a condensare un vissuto che conosco e (cicilicamente) oggi riesco ad apprezzare più di ieri.
@luca: Un onore e un piacere averti qui con me! Davvero.
Ti prego,mi sono imbattuta per caso in un tuo vecchio blog,dove davi consigli per quando si perde qualcuno che si ama.Ecco,ti chiedo solo,se ti ricapita di farlo,di astenerti sul consigliare di poter applicare qualsiasi tecnica sulla morte di un figlio.Te lo chiedo perchè perdere un bambino di 11 anni non può permetterti di proseguire a vivere,in nessun modo.Tutto si supera,perchè tutto è naturale,la vita e la morte sono parte di noi.Solo la morte di un figlio è incomprensibile,è un dolore devastante e non sopportabile umanamente.
Mi chiamo Roberta e mio figlio si chiamava Gabriele,doveva andare in prima media,e invece e qui accanto a me in un urna su un mobile. Penso di aver portato il pensiero dei genitori che vivono questo strazio.Pensa che per noi non è neanche stata inventata una parola per definirci.
Roberta
@Roberta: Cara Roberta, sei la benvenuta. Dico davvero. Non credo che sia stato facile per te scrivere questo commento e lo tratterò con il massimo rispetto, rispondendoti con il più alto grado di comprensione che riuscirò ad avere per te in questo momento. La prima cosa che voglio tu senta è che mi stai cuore. Dico davvero. Non posso immaginare cosa tu stia passando, ma sono certa che al momento sia un inferno e quando chiunque di noi si trova in quel luogo dell’anima infernale davvero è orribile. Per questo ti tenderò comunque una mano, sapendo che sarai libera di rimanere nello strazio tutto il tempo che vorrai. Io ho lavorato in questi anni con genitori che hanno perso i loro figli proprio come te e sono stata testimone della loro resurrezione, quindi so che è possibile per chiunque uscire da quell’inferno. Probabilmente non sono io la persona giusta per aiutarti, ma sono certa che esista una persona speciale che saprà parlarti in un modo che tu accetterai, in un modo che tu comprenderai e che sarà esattamente quello che ti serve per tornare a vivere “nonostante”. Sai chi vorrei conoscessi? La Dott.ssa Simona Neonati! E’ una mia carissima amica ed è una professionista di rara umanità che vive a Verbania. Lei ha aiutato tantissime persone in condizioni estreme a ritrovare la luce. Se vorrai incontrarla, non esitare a contattarmi. E sai una cosa? Hai fatto bene anche ad esprimere il tuo disaccordo… è comunque meglio che tenersi dentro lo strazio. Con sincero affetto! Torna a trovarmi ogni volta che vorrai. Un abbraccio carico di sostegno per te e tutta la tua famiglia da una ragazza che non smetterà mai di credere nella nostra innata capacità di risorgere nonostante il dolore. Chiara