Ciao gente! Questo post è dedicato ai miei compagni delle medie. In settimana come sempre troverete anche il post più “classico”. A presto dalla vostra coach!
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In un paese come il mio di 10.000 abitanti ci sono dei vantaggi e degli svantaggi. Come dappertutto d’altronde. Ma tra i vantaggi ci sono che quelli di una stessa annata, finisce che oltre ad andare a scuola insieme, si frequentano dopo la scuola, fanno i campeggi della parrocchia insieme, e negli anni in cui si sperimentano tante cose per la prima volta, si finisce inevitabilmente per rimanere impressi nelle memorie altrui.
Classe ‘82.

Gruppo di ragazzi Classe 1982
Non sento la maggior parte dei miei compagni e coetanei delle medie da tanto. Tantissimo. Sono rimasta davvero in contatto con solo 2 persone di 80 e passa. E chiariamoci: non perché avessi qualcosa contro i miei compagni delle medie, che onestamente tra tutti i compagni di classe avuti, sono gli unici che porto davvero nel cuore. Ricordo ancora alla fine della terza media, i pianti ininterrotti che ho fatto con mia madre, perché non volevo crescere. Non ci volevo andare alle superiori, perché sapevo che non avrei più ritrovato quel calore e quella complice e genuina amicizia che avevo stretto con molti dei miei coetanei. Di tutto il percorso scolastico fatto, gli unici 3 anni che salvo davvero in toto sono quelli delle Scuole Medie a Musile di Piave.
Un tuffo nel passato.
Premessa. Non amo stare al telefono, né su whatsapp. Nulla di personale, ma se non è per lavoro o per sentire (poco) gli amici per comunicazioni veloci o (raramente) per qualche battuta, lo disinstallerei volentieri dal telefono. Tuttavia oggi, mi è arrivata una sorpresa. Un messaggio di Manuel, che mi scrive che è stato creato il gruppo dell’82 e che si sta cercando una data per giugno 2017 per una cena di gruppo. Supplico Manuel di non aggiungermi al gruppo, ma tranne la mia avversione tecnologica, la trovo un’idea fantastica (tanto da alzarmi all’una di notte per scriverci un post, con le parole che mi perseguitano mentre cerco di addormentarmi).
Una raffica di ricordi.
I primi ricordi che si presentano alla mia porta sono quelli delle gite. Urbino in seconda media. La gita a Montecarlo di 3 giorni in terza. La 3C e la 3D insieme in pullman verso Sanremo, proprio l’anno in cui Elio e le Storie Tese arrivarono (ingiustamente) secondi al Festival. Risento (per un istante, non me ne vogliate) la rivalità con la 3A e la 3B. Il fatto che le ultime due studiavano l’inglese e facevano il tempo prolungato e che noi della C e D invece studiavamo francese e il pomeriggio niente rientri a scuola. Rivedo la palestra dove facevamo ginnastica con il prof Fedrigo e il prof… Dalio? (oddio non so se era il suo cognome) e improvvisamente ecco che parte nella mia testa l’elenco alfabetico dei miei compagni… Baldo, Bardellotto, Bellese, Biban, Buoso, Casagrande, Davanzo… Chi c’era dopo? Ah si, Fava. Mi rigiro nel letto finché non riesco a recitarlo tutto a memoria e quando soddisfatta ce la faccio, mi metto a ridere da sola, sperando che Alessandro che dorme accanto a me non mi uccida per il casino che sto facendo.

vecchia macchina fotografica con foto sparse
E mentre sento nella testa i prof che recitano l’appello, ci rivedo lì, tutti in riga dentro quella palestra, con i pantaloncini blu e la maglietta bianca con la Scritta “Scuola Media E. Toti”, che si doveva comprare al Filo d’Oro, per poter avere la divisa regolamentare per la palestra. Quelli della A e della B, facevano sempre meno strada di noi della C e D per arrivare in palestra, perché loro erano al piano di sotto, mentre noi eravamo al piano di sopra, e all’intervallo guai a cercare di mescolare gli alunni dei piani. Chi era sotto doveva stare sotto e chi era sopra, doveva stare sopra, altrimenti la minaccia era di finire dal Preside. Sarò salva oggi alla veneranda età di 34 anni nel rivelare il suo soprannome o rischierò la nota sul registro?
Zio Talpa, così lo chiamavamo con quel suo ciuffo di capelli brizzolati ben curati e quel suo sguardo penetrante. Che poi, se riuscivi ad entrare nelle grazie della bidella (quella più simpatica) potevi fare le scale sul retro e scendere o salire senza note sul registro e sentendo quel senso del proibito di chi ce l’ha fatta a trovare l’inganno alla regola, accaparrandoti anche le merendine migliori del distributore automatico.
Il Prof. Maino (e il Prof. Basile)
Mi sposto di qualche metro nei corridoi e sono seduta nell’aula di arte del professor Maino. Severo sì, ma uno dei migliori di certo… anche se quando partiva a spiegarti qualcosa di arte che lo appassionava, chi lo fermava più? Ogni anno chiedeva agli studenti 1000 lire, con cui comprava il materiale che sarebbe bastato per tutto l’anno e per tutti: mine per le matite ricaricabili, carta da pacchi grezza su cui disegnare e colori a cera. Senza contare poi le mitiche feste che ci faceva organizzare ogni anno a fine scuola. Quelli della A e della B invece avevano il professor Basile e la loro aula era ovviamente al piano sotto. Sara Piccinini, una delle mie migliori amiche del tempo, mi faceva vedere tutte le cose che dovevano comprare per Disegno e Arte, e non sapevo mai se rimanere ammirata di tutti quegli oggetti e colori o di essere grata per non essermi mai dovuta occupare di comprare nulla.
Non so. Non avrei mai pensato di ricordare tutto con tanta precisione. Allora rivedo il giardino botanico interno dove ci portavano a disegnare in primavera e a piantare fiori con le prof di Educazione Tecnica. Rivedo la pista esterna per la corsa cento metri in cui ero una vera schiappa ma Luca Bellese e la Mariagrazia Bardellotto erano delle scheggie.
Rivedo le partite di calcio, in particolare il torneo di terza, dove andammo tutti a giocare ai campi di atletica nuovi sotto l’argine. Con Manuel Pasqual che chissà se immaginava che un giorno avrebbe giocato in nazionale.
E poi rivedo praticamente tutti così com’erano e ricordo le loro voci. La Giulia Cottone che era troppo brava in educazione fisica, la Petra e l’Alessandra Tegon la mia mitica compagna di banco per tutti i 3 anni, la Elisa Rongadi che ho adorato. E le coppie storiche: la Wally e Daniele, Fabio e la Ilenia. E poi i campeggi estivi? Che dire di quelli? Con Mauro Granzotto e Matteo “Schumacher” e Alberto Andreoli e la Chiara Martin e tutti gli altri che ci facevano cantare e giocare e ridere a più non posso?
Rivedo tutto. Ma proprio tutto. E ho un sorriso stampato in faccia che non riesco a togliermi. E so perché.
Perchè in quegli anni abbiamo scoperto. Scoperto i primi grandi amori (Take That inclusi… almeno per noi ragazze). Scoperto le grandi amicizie, quelle che speri durino per sempre, anche se poi la vita spesso ti porta altrove. Scoperto il piacere del proibito e di trovare le scappatoie alla regola. Abbiamo scoperto la pubertà, i brufoli… il deodorante.
Abbiamo imparato come si sta in piedi sul Tagadà e la sensazione fantastica che dava rimanere su all’ultimo giro dei Dischi volanti in piazza durante la festa di San Valentino. Abbiamo scoperto le rivalità, i pettegolezzi e vissuto i piccoli grandi drammi di quando un ragazzo ti chiedeva di “metterti insieme” e magari l’aveva fatto per scommessa o perché alla fine quelli eravamo e gira che ti rigira era d’obbligo innamorarsi di qualcuno.
Cosa mi auguro di trovare.
Seduta sul mio divano, con il PC sulle gambe che scrivo furiosamente, penso a cosa mi aspetto di trovare alla cena che faremo tra qualche mese. Perché oltre ai pensieri di curiosità di “chi-ha-fatto-cosa”, quello che mi auguro davvero di trovare è una cosa:
Rivedere che al di là del fatto che siamo cresciuti, che qualcuno si è sposato e altri no, che ci sarà chi ha figli e altri no, che ci sarà chi è più appagato della sua vita e altri meno, l’unica cosa che cercherò quella sera, sarà la luce negli occhi dei miei ex compagni delle medie. Perché brillava davvero intensamente nel 1996. E se anche si fosse affievolita con gli anni per qualcuno, spero torni a brillare di gioia pura, libera e meravigliosa, la sera che ci ritroveremo tutti.
In alto i calici classe ‘82.
A presto,
Chiara
Perchè sto piangendo? Ah ho capito, sono parecchio più grande di te e … vabbè … mi sono emozionata. Cavoli ?. Un abbraccio. Agnese
@Agnese: 😉 grazie per aver letto anche questo!
Emozioni riportate a galla.. Grazie Chiara
@Serena Caramel: Serena!!! Che piacere leggerti! Un abbraccio grande!
…mi hai fatto emozionare tanto…un abbraccio!!!
@Ilenia: Ilenia, ma sei proprio tu? Altro commento davvero inaspettato e bellissimo! Ci vediamo alla cena!! Un abbraccio grandissimo!
ehi ma possibile?! hai emozionato anche me che non centro nulla con la classe ’82…
@maura: beh allora ne è proprio valsa la pena scriverlo!
Attenta a quello che scrivi, potrei scoprire quando hai raccontato qualche bugia. Mi è piaciuto, complimenti.
Vedevo tutto quello che hai descritto,anche le facce dei tupi compagni,quello che ho percepito è stato proprio quanto vi divertivate.
La mia nn è stata una bella esperienza ne elementari tanto meno medie
@Bruno: Grazie Sig. Bruno anche detto papà! Di bugie non ne ho raccontate molte e comunque è stato facile scoverle a suo tempo! 😉
@Sabrina: A volte le esperienze scolastiche, non sono quelle che portiamo proprio nel cuore. Mi ritengo fortunata per i miei anni di medie, davvero tanto. Bravissimi insegnanti e compagni giusti. Il top davvero. Un abbraccio Sabrina!
Grazie Chiara, per avermi fatta riflettere che mia figlia sta passando in questo momento questa esperienza meravigliosa e soprattutto grazie per avermi fatta ragionare sul fatto che ogni tanto devo lasciarla sbagliare e non prendere troppo sul serio i suoi “errorini”. Hai pienamente ragione, e come sempre riesci a fare centro con i tuoi post. Sembra arrivino proprio nel momento giusto con le parole giuste. Grazie ancora. Un abbraccio. Denisa
Bellissimo Chiara! Emozionante, con le tue parole ho fatto un bel flashback anch’io.
@Lisa e Denisa: grazie ragazze! Sai Denisa, penso che non ci sia gioia più grande per una che scrive di sapere che qualcosa fa breccia ed entra nel cuore delle persone… a presto ragazze!