Avevo provato a trovare un sinonimo più elegante, ma nessuno rendeva quella sensazione che le persone provano quando si sentono una “pupù”.

bambolotto pagliaccio con faccia triste
Da dove deriva il sentirsi una cacca?
Un nuovo normale giorno ha inizio. Ti alzi di buon umore e con voglia di fare. Guardandoti allo specchio ti sembri anche affascinante e pensando alla giornata che si prospetta di fronte a te, hai un’ottima sensazione. Ti metti al computer e prima di iniziare a lavorare, apri la bacheca di uno o più social, così, giusto per darci un occhio.
Improvvisamente i momenti top altrui ti arrivano come un’ondata potente. Inizi a fare dello zapping distratto da un profilo all’altro dando risalto a tutte le foto-esperienze fantasmagoriche che gli altri hanno collezionato nelle ultime 10 ore in cui tu invece, sei rimasto a poltrire a letto senza rendere interessante la tua vita. Improvvisamente ti senti una cacca. La tua vita fa schifo.
Scatta in te l’urgenza improrogabile di prenotare un viaggio, trovare una frase interessante, iscriverti per lo meno a 8 corsi online per imparare una lingua, un ballo, del modellismo, uno sport estremo, un corso di fotografia e di marketing. Poi per un attimo rinsavisci e vedi che sei preso in un frullatore. Guardi la pagina del social network li davanti ai tuoi occhi e pensi che sia il “male” e che se smettessi di guardarla, ti sentiresti subito meglio.
Giusto? Si e no. Cosa sta accadendo davvero? Sono i successi altrui a farti sentire così male e inadeguato o è qualcos’altro? E’ altro. Un sottile e invisibile “altro” chiamato “pensiero”. Non sono i social con i successi altrui a farti sentire una cacca, è che ogni tanto quando li guardi dentro di te passano dei pensieri a cui inizi a prestare la massima attenzione. Sono pensieri come “ecco, io non ho fatto abbastanza”, “guarda gli altri che vita pazzesca che hanno e quante cose sanno fare, mentre io…”

Grattacielo fotografato dal basso verso l’alto
Cosa fare quando ti senti una cacca rispetto agli altri?
Tanti anni fa, ascoltai da Anthony Robbins, una metafora interessante che diceva:
Se vuoi avere il grattacielo più alto in città, hai due possibilità: o radi al suolo tutti gli altri grattacieli o continui ad elevare il tuo costruendo mattone dopo mattone”.
Molte volte quando siamo presi da una sensazione di inadeguatezza, nel tentativo di scrollarcela di dosso facciamo due cose: critichiamo gli altri (radiamo al suolo i grattacieli altrui) o ci diamo da fare in modo compulsivo. Quando agiamo in modo frenetico, spinti sempre dal desiderio di scrollarci di dosso la sensazione, stiamo “abboccando” all’idea che il nostro benessere o il nostro successo sia in quello che facciamo.
Non c’è nulla di male nel costruire il grattacielo più alto in città SE e sottolineo SE lo desideri davvero e se il tuo costruire viene da un senso di ispirazione e non da un fare compulsivo per dimostrare qualcosa a te stesso.
Quindi che fare quando ci si sente una cacca? Per prima cosa realizza che ti sentirai così ogni volta che il tuo pensiero sprofonderà: e ogni tanto il tuo pensiero, come quello di chiunque altro, colerà a picco.
E’ possibile smettere di sentirsi una cacca?
Non proprio. Ci saranno sempre momenti in cui avrai la tendenza a paragonarti con tutto il mondo uscendo dal confronto come l’ultimo dei perdenti. Ma quando vedrai che questa tendenza, ha l’unico effetto collaterale di farti sentire inadeguato per un po’, ti renderai conto che non sei in pericolo nel sentirti inadeguato di tanto in tanto.
Guardando in direzione dei 3 Principi, ti sarà sempre più chiaro che non tutti i tuoi pensieri sono affidabili, e allo stesso tempo, non avrai bisogno di temere ciò che ti passa per la testa, quando ne comprenderai profondamente la natura. Qualcosa di più saggio dentro di te ti sta già mostrando una via alternativa. Qualcosa dentro di te ti sta già invitando a guardare in altre direzioni di apertura e ispirazione.

Il mio amico Miguel con la sua moto in Africa.
Quindi, smetterò di paragonarmi agli altri?
E’ possibile che ti accada di farlo meno e con meno intensità. Ma quando ti capiterà ancora, potrebbe esserti d’aiuto ricordare di non paragonare il tuo stato d’animo interno con il successo esterno degli altri, poiché le due cose non sono collegate.
Arriverà un giorno in cui aprendo i tuoi social, se avrai tempo e voglia di farlo, ti divertirai a vedere cosa sta facendo per esempio il tuo amico Miguel, che è in giro per l’Africa in moto mentre tu stai lavorando, e l’unica cosa che sentirai in te è pura gioia per le meravigliose esperienze che sta condividendo.
Perché quando togli dall’equazione ogni agitazione quello che rimane nella tua vita, persino sui tuoi contatti social, spesso è semplicemente bellezza.
Buona lunedì a tutti dalla vostra super coach,
Chiara
Aria fresca per me. Stazio spazio proprio adesso. Ok sento ancora la puzza e vedo che è un miraggio. Grazie Agnese
Il tuo commento Agnese mi fa venire in mente un’altra cosa. A volte possiamo sentire la “puzza” solo per ricordarci di continuare a seguire il nostro MODO UNICO. E che alla fine ci sono persone che hanno proprio voglia e desiderio di sentire la nostra prospettiva unica su un particolare argomento. Un abbraccio!
Grazie. Grazie. Grazie.
@Marta: Prego cara. Alla prossima!
Quando sono nella cacca ci sto, ho imparato a conviverci e’ la mia. Con il tempo fa meno puzza o forse mi sono abituata a sentine l’odore. Chissà ???
Grazie Chiara
@Assunta: in realtà non hai neppure bisogno di convinverci perchè non è “tua”. Sono pensieri che in quel momento stanno attraversadoti e si fanno sentire. Per quante volte tu li abbia fatti, i pensieri non sono “tuoi”. I pensieri passano, si fanno sentire e poi vanno. Sono temporanei, persino quando ritornano simili o uguali alla scorsa volta. Guarda in questa direzione Assunta. Un abbraccio
mhhhhh.. mi ricorda qualcosa o qualcuna tutto ciò….? Che bello poter confermare quanto hai scritto Chiara… Posso dire che oggi guardo i profili sui social altrui con una lente di ingrandimento.Ma non nel senso che mi sembrano incredibili ed irraggiungibili in modo negativo.E non facendo i paragoni di pochi mesi o settimane fa.Li guardo e vedo di più, ora vedo davvero.Vedo persone come me che stanno semplicemente condividendo un bel momento ma che, comunque, restano persone “normali” come lo sono io.Vedo che i bei momenti sono capitati, capitano e capiteranno ancora anche a me se non ho l’ansia e la smania di rincorrerli per forza. Vedo che quando mi cala il velo sugli occhi e passo alla fase “pesce lesso on” ho la capacità di prendermi in giro ed ironizzare… Perché i momenti da pesce lesso continueranno ad esserci ma la differenza è che ora lo so è so riconoscerli…. Ed il merito è in gran parte tuo.Grazie!!!!! Un abbraccio cara
@Federica: Non esiste per me come coach soddisfazione più grande del momento in cui le altre persone si rendono conto visceralmente di tutto quello che hai scritto tu. Sono veramente fiera di te Federica! Un abbraccio dalla tua coach!
Grazie Chiara… è meraviglioso ad oggi accorgermi che tempo fa, quando vedevo nei social chi reputavo supereccezionale edi io in confronto una caccola, e sentirmi depressa, avevo una lente che ingrandiva soltanto… mi sovrastava quasi da scomparire io stessa… oggi mi accorgo che posso semplicemente allontanare o avvicinare la lente e non scompaio più… anzi apprezzo la bellezza e prendo spunti … e se ne ho voglia, creo, grazie all ispirazione proprio di chi tempo fa mi sgretolava…
È cambiato il modo di vedere… e tutto è più aggraziato
Un abbraccio … grazie di cuore
@Marzia: ma che bello! Mi piace leggerti qui sul mio blog sai? Torna più spesso! Un abbraccio grande carissima!