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Chiara Grandin

Riflessioni sulla vita dopo aver venduto la mia storica auto

3 Aprile 2017 7 commenti

auto verde su sfondo grigio

Non scorderò mai la data di oggi. 3 aprile 2017.

Oggi ho venduto la mia storica auto: LiberaSelvaggia.

LiberaSelvaggia era una Fiat Punto verde usata del 2001. Puntuale come un orologio svizzero quasi ogni agosto la mia piccola Fiat Punto, scalpitava. In alcune annate più estrose di altre mi ha lasciato a piedi nelle situazioni più improbabili.

Era riuscita a stupire il guidatore del carroattrezzi che mi venne a ripescare sulla Feltrina una notte di settembre del 2011 e che non riuscì a rimetterla in moto nemmeno con il booster. Aveva lasciato senza parole il meccanico, quando si era rotta la frizione nel 2012.

Ad agosto 2011 finii con lei dentro un fosso facendo retromarcia in un campo e ne uscimmo entrambe senza un graffio grazie ad un gruppo di amici indiani che ci spinsero a braccia fuori dal canale.

Insomma LiberaSelvaggia, nel bene e nel male, ha sempre saputo come stupirmi.

Poi due anni fa, dopo decine di riparazioni e dopo aver fatto una messa a punto in piena regola, si ruppe di nuovo e decisi di parcheggiarla per quasi un anno e mezzo nel garage dismesso di mia nonna.

L’ultima volta che la guidai, fu nel breve tragitto per portarla lì e ricordo che arrabbiata e delusa le domandai ad alta voce:

“Senti, dammi un segno! Se non ti devo più guidare fammelo capire ora”… mi vengono i brividi a raccontarlo, ma in quel preciso istante si ruppe il servosterzo. Ed io capii.

Ho pagato due anni di bollo a vuoto solo per non rottamarla. Perchè non lo meritava. E poi dal nulla questo marzo ho sentito che era arrivato il momento. Poi un repentino cambio di rotta: un suggerimento di mio papà, una telefonata alla persona giusta ed è scattato un passaggio di proprietà con tempi record.

Da LiberaSelvaggia ho imparato tante, tante, tantissime cose. Ma la più importante è stata la magia. Quella magia che persino nel mezzo della rabbia più nera mi ricorda che tutto si ripara.

Ho imparato da LiberaSelvaggia che anche se rimani a piedi, prima o poi torni in pista.

Ho imparato da LiberaSelvaggia che a volte facciamo cose che sembrano senza senso, come investire su una causa persa, ma che per noi è giusto farlo.

Ho imparato da lei che quando è il momento giusto, tutto si scioglie e le cose si trasformano senza l’esigenza di stare lì a rifletterci.

Ho imparato che sono profondamente affezionata alle “cose” della mia vita. Ma che quando è il momento, so lasciarle andare senza più voltarmi indietro con la gioia nel cuore.

Allora, stasera questo post è per te LIBERA SELVAGGIA. Saprò riconoscerti sempre nel traffico tra milioni di altre. E anche se non sarai più al mio fianco farò sempre il tifo per te. Perché ti ho amato e odiato. Ma sei e rimarrai unica.

Buonanotte a tutti dalla vostra coach!

LiberaSelvaggia ed io per l’ultima volta

Archiviato in:Articoli Contrassegnato con: Chiara Grandin, ispirazione, liberaselvaggia, tutto passa, vita, vita quotidiana che insegna

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Commenti

  1. Agnese dice

    3 Aprile 2017 alle 23:11

    Alla rottura del servosterzo i vicini mi hanno detto di abbassare le risate. A parte questo grazie per questa metafora, che poi è vita vera e vissuta. Ora sto tirando un respiro di sollievo, cavoli che bello lasciar andare anche ciò che di bello ti ha servito per così tanto tempo. Si rompe, si ripara, si revisiona … è tutto così semplice. Notte ?

    Rispondi
    • Chiara Grandin dice

      4 Aprile 2017 alle 11:08

      @Agnese: Ciao cara! i tuoi vicini mi ameranno insomma! Sono d’accordo con te. E’ tutto così semplice quando lo vediamo. Un abbraccio

      Rispondi
  2. Audrey dice

    5 Aprile 2017 alle 08:56

    Ciao! Da un mese ho cambiato auto, quella vecchia (il Criceto) era abbastanza in buono stato ma aveva vari acciacchi, così all’ennesimo guasto ho deciso di sostituirla. Purtroppo non ho trovato qualcuno a cui venderla, speravo in qualche neopatentato che l’avrebbe fatta andare ancora qualche anno facendo esperienza, invece mi sono vista costretta a rottamarla. Sono arrivata alla concessionaria piangendo e ancora adesso me la immagino triste al freddo mentre la smontano. Anche se era solo un’auto mi sembra di avere abbandonato un cagnolino. Strano ma vero dopo che ho firmato il contratto per la nuova, il Criceto aveva preso ad andare benissimo… troppo tardi purtroppo!

    Rispondi
    • Chiara Grandin dice

      5 Aprile 2017 alle 15:37

      @Audrey: Cara Audrey, benvenuta qui con me! Io penso che se è andata così con il “Criceto” era perché così doveva andare. Magari la tua vecchia auto si è fatta da parte solo per permetterti una nuova esperienza di vita con la nuova. E così allora, mi sento di augurarti nuove meravigliose avventure su quattro ruote con la tua nuova compagna di viaggio! A presto!

      Rispondi
      • Audrey dice

        6 Aprile 2017 alle 09:05

        Grazie 🙂

        Rispondi
  3. maria romana dice

    13 Aprile 2017 alle 14:43

    LiberaSelvaggia io la vedo ancora nel traffico di Roma… spesso accanto ad una 600 celeste…

    Rispondi
  4. Chiara Grandin dice

    14 Aprile 2017 alle 10:55

    @Maria Romana: eh… quella è storia che nessuno potrà cancellare amica mia! 😉

    Rispondi

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