Quando si vive in coppia, cose che normalmente non rivestirebbero la minima importanza a mente lucida, diventano facilmente questioni di principio, tipo quella di “chi porta fuori l’immondizia”.
CHIARA (con tono fintamente neutro e calmo): perché non porti mai fuori l’immondizia quando te lo chiedo Alex?
ALEX (con tono realmente neutro e calmo): perché me lo dimentico. Si vede che per me non è importante.
CHIARA (con accenno di tono nevrotico incalzante): Sì, ma lo è per me. Possibile che te lo debba sempre ripetere ottocento volte fino a che poi non me la porto fuori da sola?
ALEX (con tono neutro): Probabilmente me lo dovrai sempre ripetere per il resto della nostra vita. Lo so che non ti va giù, ma è così.
CHIARA (con tono provocatorio): Si può anche cambiare sai?
ALEX (con un sorriso sfidante di chi vede l’avversario fare autogol): Infatti. Ti sei resa conto che adesso piego il pigiama ogni mattina da quando me lo hai chiesto 4 mesi fa? Com’è che da quando lo faccio non l’hai mai notato nemmeno una volta?
A questo punto il sangue mi va per un attimo al cervello. Mi verrebbe da dire, che non lo fa per me, ma perché anche lui vive in questa casa. Che non è un favore, ma il minimo indispensabile a una convivenza civile. Ma poi mi fermo. Lo vedo lì con il sorriso paziente e penso che sono un’imbecille. La sensazione che sento è pessima e come molte altre volte nella mia vita mi rendo conto che anche Alex ha ragione.

Bidone verde per l’immondizia
Gli ho rotto per mesi con quel dannato pigiama e ora che lo fa ogni mattina, nemmeno me ne accorgo. Allora mi fermo davvero e mi ricordo di una grande verità: la mia felicità non ha niente a che fare né con il fatto che Alex porti fuori l’immondizia, né con il fatto che pieghi il pigiama. Non è vero che quando lui lo farà mi sentirò più calma. Non è vero che quando lui lo farà mi sentirò più felice. Perché se il mio pensiero farà schifo in quel momento, non importa quante cose lui abbia fatto: io vedrò sempre e solo quella che ha dimenticato di fare.
E non perché sono una donna e come tutte le donne “rompo le palle”, ma perché sono un essere umano che in quel momento non sta vedendo che la sua esperienza della realtà, inclusa la frustrazione, viene dal suo stesso pensiero, che per quel momento è temporaneamente sprofondato sotto le scarpe.
Allora smetto di prendermi sul serio. Smetto di credere che la questione immondizia sia una questione di principio dove sondare l’affidabilità e l’impegno del mio uomo. Perché la realtà è che fa già una miriade di cose per me che a volte do per scontate. E smetto di credere di dover misurare l’amore che ha per me, attraverso gesti di quotidiana routine.
Vedo che quando sono stanca e con il pensiero che sprofonda ho la tendenza di adattare il mio uomo alle mie esigenze, perdendomi tutto quello che esce dai miei schemi e che di fatto è quello che di Alex mi piace davvero.
Finisce che l’immondizia la portiamo fuori insieme. Lieto fine? Solo fino al prossimo momento in cui sarò momentaneamente incapace di vedere dove sta il mio benessere, ma intanto oggi vedo qualcosa di nuovo sul fatto che non è saggio prendermi sul serio quando il mio pensiero è particolarmente “puntiglioso e rompi-palle”.
Perché non è vero che con l’età e il matrimonio e gli anni, si debba diventare acidi con chi si ama. Quello accade solo quando non vediamo da dove arriva la frustrazione: ovvero da quello che stiamo pensando e credendo vero in quel momento.
La buona notizia è che il pensiero, diversamente da un albero che mette radici, può cambiare con la stessa facilità che ha di muoversi il vento. Perché un pensiero è senza forma. E ha sempre il potenziale in ogni istante per assumere qualsiasi altra forma, più aggiornata a chi siamo noi, come individui e come persone che si amano, in questo momento.
Un abbraccio a tutte le coppie e anche ai single dalla vostra life coach,
Chiara
Sei fortunata! Se fa una miriade di cosa per te, sei fortunata. E tutto sommato funziona. Ma spero che faccia anche qualcosa CON te!
IO no. Un’esperienza matrimoniale lunga di venticinque anni, alle spalle due figli ormai grandi ed infiniti problemi di ogni tipo, mi viene ancora da sprofondarmi alla ricerca spasmodica di qualcosa che ci tenga uniti “nonostante”, che non sia la mia ostinata volontà, il mio rifiuto di ammettere di aver fallito. Ma per quanto faccia, vedo solo dedizione a senso unico e accomodamenti unilaterali ad una personalità ingombrante e ostinata. Mi ricordo un caffè, un solo caffè, preparato da mio marito. E poi qualche sporadica puntatina nel mondo a due prima, a quattro poi. Portar fuori l’immondizia, ripiegare il pigiama? Ma di cha parliamo? Non credo mi abbia mai tradito, ha un’alta considerazione di me, mi desidera coe fosse il primo giorno. Ma non credo sapia cosa sia il vero amore.
No, non sono d’accordo, Chiara. E’ vero che non si può deve giudicare la solidità di un rapporto da ciò che il compagno fa per l’altro. Ma sicuramente deve suscitare qualche perplessità la totale mancanza di complicità, l’assoluta sordità ai desideri, piccoli e grandi, dell’altro. Io so cosa desidera da me il mio uomo e lo faccio o cerco di farlo. Lui no. E questo è il punto.
@Serenella: Buondì Serenella e benvenuta nel mio blog. Parto con il dirti che non è molto importante che tu sia d’accordo con me, essere d’accordo accade quando si pensa nello stesso modo, ed è evidente che io e te (per ora) la pensiamo diversamente. E ho poco interesse a convincere le persone di qualcosa, soprattutto se è qualcosa che funziona già bene per me. Quello che mi interessa invece sono due cose, che riguardano te. La prima è la rabbia, la stanchezza e la frustrazione che arriva tramite le tue parole. Rabbia, frustrazione e stanchezza che non ritengo affatto tu stia scaricando su di me, ma che senti nella tua vita e questo sono certa che sia stancante per te. La seconda cosa che attrae la mia attenzione è una domanda: se hai commentato, forse non vuoi solo sfogarti, ma magari vuoi anche essere ascoltata. Quindi mi domando: cos’è che davvero vuoi tu, al di là di tutto quello che hai scritto? Vorresti che lui fosse diverso? Vorresti che ti ascoltasse in modo diverso? Lo ami, ma non ti senti capita? Cos’è che desideri davvero? Penso che oltre la rabbia, sia molto importante ascoltare quello che davvero vuoi, perché quando tornerai avere chiarezza su questo, sarà anche più facile muoversi in quella direzione con maggiore leggerezza e perché no, GUSTO per la vita. Se avrai voglia di leggere qualcosa in proposito, un meraviglioso libro che ti consiglio è IL MANUALE DELLE RELAZIONI di George Pransky (sposato felicemente da 45 anni con sua moglie Linda e con 2 figlie). A presto cara, e spero di esserti stata utile.