“E scrivere quando si sa qualcosa. E non prima. E porco cane, non troppo dopo”.
ERNEST HEMINGWAY

Autoscatto Alex, Chiara, Anikò
Stamattina mi sono svegliata a Budapest. Ci sono arrivata dopo sette ore di viaggio. Dopo aver attraversato domenica la Slovenia, dopo aver visitato una cittadina chiamata Sopron. Stamattina mi sono svegliata a Budapest perché tre settimane fa, Alex ha ricevuto un messaggio dalla nostra amica Anikò.
Il messaggio diceva:
“Fra venti giorni parto e vado in Ungheria tre giorni. Venite?”
Non abbiamo pensato molto prima di rispondere. Oserei dire che come l’uomo del monte della pubblicità anni ‘90, abbiamo detto “Sì”.
Ungheria. Questa sconosciuta. Ho imparato di più sull’Ungheria dai racconti di Anikò in questi 3 giorni che in pagine di libri di storia. Ho visto le infinite case tutte uguali del periodo socialista nei paesi che abbiamo attraversato. I monumenti in memoria del 1956, che nemmeno lo sapevo cosa fosse successo in Ungheria nel ’56. Non sapevo cosa esattamente avessero fatto i Russi. Non sapevo che il bisnonno di Anikò proprietario di una distilleria da un giorno all’altro si ritrovò da imprenditore ad espropriato della sua stessa azienda diventata improvvisamente “bene comune”, in nome di una ideologia piena di contraddizioni che come qualsiasi ideologia quando diventa imposta si spoglia di tutta la sua bontà, per dare risalto alla durezza, alla rigidità, all’ingiustizia.

Scorci di Budapest. Chiara e Alex. Danubio.
Eppure dai racconti di Anikò traspare anche tanta bellezza. Quando ci racconta di come ha vissuto la sua infanzia, la religione. Quando attraversiamo i tanti meravigliosi cimiteri pieni di poesia e mi racconta di quando passava nel suo paese il carro funebre e tutti si fermavano in silenzio. Un silenzio carico di dignità e rispetto.
Ecco cos’ha questo popolo: dignità e rispetto. Ne ho conferma ovunque io guardi in questa Ungheria attraversata in auto, scortati da un’amica d’eccezione che ci racconta la sua terra senza filtri e con semplicità.
Stamattina mi sveglio a Budapest che ho freddo perché fuori piove. Tutto è grande e imponente in questa città: i nove ponti che attraversano il Danubio, il palazzo reale che troneggia sulla città, il Parlamento, le chiese, il Danubio stesso. Tutto è grande ed io mi sento piccola. Mi capita raramente. Mi capita raramente sentire che prima di potermi sentire a casa in un luogo, devo entrare in punta di piedi. Non tutti i popoli sono uguali. Nè lo sono tutti i luoghi. Qui, si deve entrare con delicatezza, rispetto ed educazione.
Non quell’educazione affettata e finta, ma quella che esisteva in altri tempi. Quella in cui quando davi la tua parola contava qualcosa. Quell’educazione intrisa di quella lealtà che esiste fra gli esseri umani che una volta che si sono guardati negli occhi e si sono compresi, tutto il resto è superfluo.
Non ti ho capita ancora Budapest. E come tutto quello che non comprendo, so che hai lasciato dentro di me qualcosa di speciale.
Stamattina mi sono svegliata a Budapest, ma stasera mi addormento nel mio letto nel mio paesello che non è costeggiato dall’impetuoso Danubio, ma dal Piave, un fiume che ha anch’esso tanta storia da raccontare.
Stasera mi addormento a casa e penso che questo viaggio con Alex e Anikò è stato speciale per tante ragioni, ma stasera ne condivido solo tre.
1# E’ stato speciale perché è nato dal nulla, ma ci ha fatto vedere qualcosa che di mia spontanea intuizione mai avrei cercato. E so che nulla capita mai a caso.
2# È stato speciale perché quando trascorri tre giorni viaggiando in auto con un’amica e l’uomo che ami parlando di tutto e di niente, scoprendo gli uni degli altri qualcosa in più, è lì che stai mettendo uno di quei mattoncini fondamentali che vanno a costruire quella cosa magica che io chiamo complicità.
3# E’ stato speciale perché stamattina mi sono svegliata a Budapest e stasera mi addormenterò a Musile di Piave. E questo mi fa ricordare che la vita è imprevedibile. E tutti noi siamo parte di questo andirivieni di esperienze, che se lo vogliamo, ci permettono di guardare il mondo con occhi nuovi in ogni istante.
A domani, dalla vostra coach.

Chiara Grandin life coach.
Chiara… Siempre.
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