Lunedì sera ore 19.00. E’ la terza sessione che faccio con Daniela e se esistesse un metro per valutare i progressi interiori delle persone, mi verrebbe solo da dire che con lei, siamo decisamente a buon punto. L’ho incontrata circa un anno fa e con il tempo è diventata una mia carissima cliente. Daniela è una di quelle persone che coglie velocemente qualcosa di nuovo.

Cuore disegnato su lavagna con scritta Impossible
Per questo motivo il nostro percorso di coaching iniziato per approfondire la sua comprensione dei 3 Principi ed occuparsi del suo benessere in generale, si sta tramutando in qualcos’altro. L’intuizione mi viene durante per l’appunto la nostra ultima sessione, perchè quando una persona inizia ad avere delle realizzazioni profonde su come funziona grazie alla comprensione dei 3 Principi, inizia a vedere in modo diverso ogni aspetto della propria vita. E come dico spesso, quando una persona vede meglio, fa meglio.
Così propongo a Daniela una cosa nuova. Qualcosa che ho imparato anni fa grazie ad Alessandro Saramin, il mio uomo, che a sua volta ha imparato grazie a Micheal Neill. Le chiedo di formulare un obiettivo impossibile che vorrebbe conseguire nei prossimi 90 giorni. Daniela rimane per un attimo stupita dalla richiesta. Decidiamo l’ambito e alla fine si decide per l’area lavorativa-finanziaria. Perfetto.
E’ il momento di formulare l’obiettivo impossibile, ma non appena Daniela lo dice ad alta voce, la sensazione che mi arriva è “ma che diavolo di obiettivo impossibile è questo? Più che impossibile lo definirei fattibile”. Grazie al rapporto di totale onestà che costruisco con i miei clienti, questo è il dialogo che segue:
CHIARA: Daniela, ti rendi conto vero che questo obiettivo non ha nulla di impossibile, ma è decisamente fattibile?
DANIELA: (ride) è vero Chiara, non ci avevo pensato.
CHIARA: Interessante, non trovi?
DANIELA: Cosa?
CHIARA: Interessante che, nonostante la premessa fosse puntare ad un obiettivo impossibile, tu abbia pensato in termini di ciò che invece è fattibile.
DANIELA: Caspita è vero!
CHIARA: Sai perché accade?
DANIELA: Non saprei, forse perché mi piace mettermi traguardi che so di poter realizzare?
CHIARA: Sì, in parte è così. In parte invece è che siamo talmente abituati a pensare in termini di quello che “è fattibile” che non osiamo nemmeno avventurarci in quello spazio dove ci permettiamo di pensare a cos’altro sia possibile. Spesso gli obiettivi impossibili, sono molto più possibili di quello che pensiamo. Ma se non ci diamo mai la possibilità di pensare fuori da quello che riteniamo “fattibile” non riusciremo mai a vedere qualcosa di nuovo.
DANIELA: (mi ascolta in silenzio e sento che sta elaborando).
Pausa di Daniela di qualche secondo.
DANIELA: Beh, allora credo che il mio obiettivo dovrebbe essere questo (e me lo dice).
CHIARA: (sorrido tra me e me) Direi che iniziamo a muoverci in uno spazio più interessante ora. Sai Daniela, quando si lavora su un obiettivo impossibile, il punto non è raggiungerlo o meno (cosa che peraltro spesso accade), ma è imparare qualcosa di importante sullo spazio mentale in cui stiamo quando si generano le nostri migliori idee. E’ imparare qualcosa in più sul processo di creazione in cui ci permettiamo di andare nel mondo e creare quello che secondo noi è importante creare. Si tratta di dire di sì, alla vita, a noi e alle nostre migliori idee, senza occuparci troppo della fattibilità. Pensare in termini di fattibilità ha una sua utilità, ci aiuta ad essere concreti. Ma allo stesso tempo, pensare SOLO in termini di fattibilità ci preclude la possibilità di creare qualcosa di nuovo e unico.
La sessione con Daniela finisce dopo una decina di minuti. Lei è soddisfatta. Io anche. Credo che Daniela, abbia colto qualcosa di veramente importante, che ha già iniziato a farle vedere “meglio” le possibilità. Chiudo la chiamata e preparo la cena. Poi guardo una serie su Netflix con Alex. Andiamo a dormire relativamente presto e la mattina mi alzo con la mia consueta calma.
Mentre mi vesto, vengo travolta da una raffica di pensieri in successione veloce. Rivedo velocemente uno dei miei sogni impossibili di tanti anni fa. Ripenso a Daniela. Penso alle storie di alcune persone che conosco. Poi scendo la scala a chiocciola e so cosa devo fare. Senza nemmeno fare colazione mi trucco, mi vesto, accendo il PC e faccio la mia prima diretta in spagnolo parlando ai miei amici di chiarezza mentale. Non l’avevo mai fatto. Mi era passato per l’anticamera del cervello tante volte, ma avevo sempre accantonato l’idea. Ma martedì mattina, ha avuto perfettamente senso agire.
A volte le cose che ci sembrano impossibili diventano fattibili. Ma lo diventano solo quando ci diamo il permesso di pensare in modo fresco, nuovo. A volte le cose fattibili, non ci interessano poi tanto. A volte quello che serve per agire nel mondo è un obiettivo talmente grande e irrealizzabile che ti faccia innamorare della tua vita a tal punto da fare cose che mai avresti pensato possibili.
Quindi mi chiedo: cosa accadrebbe se proprio oggi, ti permettessi per una volta nella tua vita di pensare a quello che ancora credi impossibile, ma che ti fa battere il cuore al sol pensarlo?
Pensa quindi a ciò che è ancora impossibile… e lascia che la vita ti mostri la via per renderlo possibile!
Un abbraccio dalla tua coach,
Chiara
Ce l’ho e ancora prima di leggere questo articolo stamattina avevo iniziato a muovermi in quello spazio di cui parli, accompagnata dalla mia solita voce: “ma che cacchio stai facendo” e continuando a farlo. E ci ho fatto un post: “se non so ancora farlo è perché non ho ancora iniziato a farlo”.
Grazie ? sei preziosa
Mentre leggo la tua domanda,arriva la mia risposta e la vedo e vedo anche tutti I paletti messi fino ad ora,ma in questo momento ho sentito che questa cosa la devo realizzare senza più scuse o paure,proprio come hai fatto tu con il video in Spagnolo.
Quindi mi butterò in questa cosa e forse andrá o forse no ma se nn ci provo nn potrò mai saperlo
Grazie mia Coach
@Agnese: è sempre un piacere leggere le tue piccole o grandi realizzazioni. A presto!
@Sabrina: Ciao Sabri. Ti racconto una cosa. Anni fa uno dei miei sogni impossibili, era quello di essere per le persone una persona ispirante come lo era stato per me Robin Williams nel film “L’attimo fuggente”. Quando oggi ho letto alla fine il tuo “grazie mia coach”, non ho potuto fare a meno di sentire nella mia testa le parole “capitano, mio capitano”, con cui si conclude il film. E dentro di me è emerso altrettanto spontaneo un “grazie, grazie ragazze”. Tu sei una delle ragazze di ogni età che mi danno il permesso di essere nella loro vita. Quindi grazie a te, per esserti fidata. Per essere saltata a bordo di questa avventura! Un grande abbraccio!