“Chiara non puoi sempre avere tutto e subito.”
“Perché no?”
Chi diceva la prima frase? Mia madre. Chi rispondeva? Io. Come per la maggior parte dei figli, mi ci sono voluti anni per capire cosa mia madre volesse dirmi davvero.
Mia mamma non voleva di certo spegnere il mio entusiasmo. Né trasmettermi l’idea che nella vita non avrei potuto perseguire i miei sogni. Certo la sua idea di quello che sarebbe andato bene per me era piuttosto diversa dalla strada che ho scelto, ma se andiamo oltre tutto questo, mia mamma aveva ragione: nessuno può avere sempre tutto e subito. E a ben pensarci, questa è una gran fortuna.

L’arte di pazientare nella contemplazione.
Solo così si scopre il valore e il potere intrinseco della pazienza. L’arte di lasciare che gli eventi si sviluppino. L’arte di aspettare il momento giusto senza scoraggiarsi mai.
Se siamo su questa terra per sperimentare la vita in tutta la sua infinita evoluzione, ecco che la pazienza diventa una compagna di viaggio che può farci guardare il mondo non per quello che è in questo momento, ma per quello che potrebbe essere.
LA PAZIENZA, QUANDO NON TI SENTI CAPITO
“Chiara, siediti sulla sponda del fiume e lascia che il cadavere del tuo nemico passi.”
“Perché invece non posso annientarlo ora?”
“Perché mentre starai seduta ad aspettare, forse, non ti interesserà più annientare nessuno.”
– Conversazioni alle medie con mia madre
Mio Dio. Altro che Budda o Cristo. Mia madre è stata il mio unico guru spirituale: è lei che mi ha insegnato la fede. Mia madre sapeva che uno dei modi in cui sperimentavo l’agitazione e l’insicurezza, fin da piccola, era sentendo rabbia e voglia di distruzione specialmente quando secondo me era stata commessa una profonda ingiustizia.
Alle medie, non sapevo neppure che un giorno avrei insegnato i 3 Principi, eppure le parole di mia madre già avevano iniziato a mostrarmi una direzione fondamentale.
Non quella di “negare” le nostre zone oscure. Non quella di “far finta” di essere buoni, ma quella di poter sperimentare quello che sentivo senza spaventarmi. La libertà di poter coltivare anche tutti i piani di vendetta che ritenevo avrebbero rimesso l’ago della bilancia nella giusta posizione, senza per forza doverli mettere davvero in atto quei piani: senza, in buona sostanza, prendermi troppo sul serio.
Grazie a mia madre, mi sono seduta sulla “sponda del fiume” della mia mente tante volte. E ho pazientato. E mentre pazientavo ad un certo punto mi rendevo conto che c’era un mondo intorno a me e quel cadavere che in principio mi interessava così tanto veder passare, perdeva di interesse.
Osservando e ascoltando ho visto che tantissime persone covavano risentimento in segreto e si sentivano orribili per questo. E nel tempo sono stata capace di portare sollievo a quelle persone, che hanno smesso di sentirsi sbagliate o stupide e si sono sentite più libere di essere chi sono davvero.
Negli anni ho visto passare anche tanti cadaveri su quel fiume, senza che io facessi nulla al riguardo: ho compreso che quando un’energia è pesante e affossata, la cosa migliore che possiamo fare è semplicemente lasciarla dov’è, andare altrove e aspettare. E aspettando sarà inevitabile che la nostra attenzione finisca sulla creazione di altro, iniziando nuovi capitoli di vita.
LA PAZIENZA DI LASCIARE CHE I TEMPI MATURINO
“Chiara, ma come fai a non rimanerci male quando il deejay ti dice che non vuole ballare con te?”
“Perchè so che il suo rifiuto è temporaneo. Prima o poi ballerà con me.”
– Conversazioni recenti in pista da ballo con la mia amica Agnese.

Se hai pazienza, il “No” diventa “SI”.
Una delle tante cose che mi ha insegnato il mondo del ballo che rappresenta l’altra metà della mia vita dopo il coaching è questa: se vuoi diventare bravo, devi imparare dai migliori.
Tuttavia c’è un ostacolo da considerare: i migliori, a meno che non siano i tuoi maestri o animatori, non necessariamente avranno voglia di ballare con te. E se lo fanno non è detto che sia sempre un’esperienza piacevole: le sensazioni passano e quando ascolti sarà facilissimo renderti conto se qualcuno balla con te per pena e senza coinvolgimento.
In questi anni di ballo dal 2002 ad oggi, ballando soprattutto con gente sudamericana, ho collezionato tanti di quei rifiuti che ci potrei scrivere un libro. Rifiuti secchi, rifiuti gentili, rifiuti divertiti. Ma nel mio collezionare rifiuti ho imparato tre cose che il “TUTTO E SUBITO” mai mi avrebbe insegnato.
LE TRE LEZIONI CHE MI HANNO INSEGNATO I RIFIUTI

Le tre lezioni post-rifiuto.
LEZIONE #1: Un “no” oggi, non necessariamente sarà un “no” domani. Le persone cambiano idea più spesso di quel che pensano.
LEZIONE #2: Posso chiedere quello che voglio davvero (non solo nel ballo) perché di “no” e rifiuti non si muore di certo. Dio solo sa quanto vorrei trasferire questa consapevolezza a tutti i ragazzi e le ragazze timidi che al solo pensiero di chiedere qualcosa a qualcuno che suscita il loro interesse, si sentono male.
LEZIONE #3: I rifiuti sono persino divertenti da ricevere. Si impara tantissimo su di noi e sugli altri esseri umani quando ci troviamo di fronte al “NO”.
IL TUTTO, NON ARRIVA SUBITO, MA CREDIMI ARRIVA
Concludo questo post scritto di getto in questo straordinario sabato mattina di febbraio parafrasando uno dei dialoghi del film “LA MASCHERA DI ZORRO” che avviene tra Alejandro (interpretato da Antonio Banderas) e Diego de La Vega (interpretato da Anthony Hopkins) in cui il vecchio zorro, Diego, sta addestrando il suo discepolo a combattere. Senza entrare troppo nel dettaglio, riassumerei il loro intero dialogo in una frase:
“Tutto quello che desideri davvero, prima o poi entra nella tua sfera di influenza.”
Non è forse una variazione sul tema del “sedersi sul fiume e aspettare”?
Non è forse una variante del rendersi conto che possiamo rimanere nel nostro centro sentendo che il nostro valore di donne e uomini è a prescindere da quanti rifiuti collezioneremo?
Non è forse una variante di avere la fede di sentire che “quello che davvero vogliamo non ci viene mai negato?”
Allora, se potessi augurarvi qualcosa stamane, ve ne augurerei solo una: sperimentare la pazienza.
Quella meravigliosa sensazione che ci fa sapere che prima o poi il momento giusto arriva, i “no” diventano “si”, e quello che davvero, davvero, davvero vogliamo, appare e noi siamo in grado di coglierlo.
Un abbraccio dalla vostra coach,
Chiara
PS: Questo è un altro tema di FELICE E FEMMINILE A MODO TUO! La prossima edizione del corso è 18-20 maggio 2018. Dai, vieni! Scrivimi a chiara@chiaragrandin.com annientiamo tutti i tuoi dubbi e viviamo questa esperienza di trasformazione incredibile…
Post bellissimo..mi sono ritrovata tanto..e la pazienza e la virtu dei forti davvero..un bacione
la Pazienza deve essere calma e lucida. Non deve tenerci in agonia. A questo aspirerei… Non sempre ci riesco. Spesso l’ansia mi sovrasta.
Hai ragione, per anni mi sono convinta di volere “tutto presto subito e fatto bene” generalizzando ogni cosa e perdendomi l’attesa. Esplorando i 3 Principi Italia mi sono resa conto che anche la mia mamma mi ha insegnato l’attesa attraverso le metafore contadine, un seme ha il suo giusto tempo per diventare frutto e ogni seme sa esattamente cosa diventerà se solo sapremo attendere il momento giusto senza mai scoraggiarsi. Grazie ?
@Elisa, Agnese: Grazie ragazze! Un grande abbraccio
@Felicita: quando l’ansia ti sovrasta e’ un segnale che è il momento di SMETTERE di prenderti così dannatamente sul serio. Un abbraccio!
Grazie Chiara, bellissimo articolo, condivido! Un abbraccio e buon lavoro! ;)))
@Olga: carissima sempre un piacere averti qui con me! Sentiti libera di linkare gli articoli che ti piacciono sul tuo blog. E’ un onore. A presto