“L’unica persona destinata a comprenderti come nessuno al mondo, sei tu. Tu sei la persona della tua vita. Non dimenticarlo mai.”
– Tratto dal mio taccuino in un dialogo con me stessa.
Sono le 4.10 di lunedì mattina, fuori fa freddo all’angolo di Calle Victoria a Madrid. E’ stata la mia ultima notte di ballo anche per questa vacanza. Tra due ore esatte Veronica, la mia compagnia di viaggio, dovrà prendere la metro per andare in aereoporto. Siamo ai titoli di coda di questa Madrid indimenticabile, come sempre.
Il mio amico Momo mi accompagna fuori per salutarmi, e mentre ci abbracciamo vedo il buttafuori alla porta che mi sorride e parla con quello accanto a lui. Non colgo tutto il discorso, ma le parole fondamentali sì:
“Ma come fa questa italiana a conoscere tutti qui? Sembra che tutti le vogliano bene”.
Rido dentro di me. Non è che “sembra” è che davvero i miei amici qui, come quelli in Italia, mi vogliono bene. Me ne vogliono davvero, tanto che dire “ti voglio bene” alla maggior parte delle persone per me è riduttivo. Io le mie amiche e miei amici li amo. E loro amano me. Dico davvero.
Momo mi abbraccia e mi sgrida ridendo:
“Non ti azzardare più a tornare a Madrid senza dirmi niente. Lo sai che ti adoro e che qui a Madrid sono una delle persone che ti vogliono bene davvero.”
Momo non l’avevo avvisato questa volta, eppure è arrivato lo stesso in questa ultima strana e meravigliosa serata al SON dove senza che io avvisassi nessuno si sono presentate praticamente tutte le persone che conosco. E’ arrivato persino Betto, il vecchio dj del SON, una persona stupenda, che per 14 anni ho visto su quella consolle, fino a quando ha lasciato il posto al fratello Neyser, che adoro. E’ arrivato anche Aldemar che conosco da meno tempo, ma che è una persona meravigliosa. Sono fortunata.
Mia madre pensa che sia pazza a prendere un aereo per “andare a ballare a Madrid”. Pensa che ci sia qualcosa di anomalo in me. Il suo pensiero è in effetti condiviso da molti. Ma non da me, non dall’uomo che amo, Alex, non dai miei amici più stretti, non da mia sorella.
Antonio Sandano, un cliente e amico che è morto qualche tempo fa, sarebbe stato anche lui d’accordo con me. Lui l’aereo lo prendeva solo per fare le lezioni di tango a Buenos Aires… e a me è questa la gente che piace. La gente che vive… vive davvero.
Penso a quello che è diventato il punto focale della mia vita lavorativa. Aiutare le persone a vivere a modo loro. Non potrei farlo se io stessa non l’avessi fatto per prima.
Ogni tanto sorrido pensando a Frank Sinatra, nato come me il 12 dicembre e alla sua “MY WAY”, che nasconde tutte la profondità di una vita vissuta davvero, con alti e bassi, momenti duri e momenti di illuminazione, ma senza mai risparmiarsi, sempre in ascolto di quello che ci dice la nostra anima.
Se fossimo nati per essere tutti uguali, lo saremmo. Ma non è così. Se sei come sei, è perché è così che la vita ti ha voluto. E’ perché servivi così a questo mondo.
Mentre mi allontano da Momo salutandolo un’ultima volta con la mano lascio che il mio pensiero vada e ripercorro tutti i momenti epici di questi quattro giorni. Rivedo Abel, Veronica, Yuniel, Neyser, Costi, Felix, le bariste del Son. Rivedo tutti. E ho solo gioia nel cuore. Ogni volta che vengo a Madrid ho l’impressione di condensare in pochi giorni quello che si potrebbe vivere in un anno intero di vita, tanta è la sincronia degli eventi. Tutto fluisce, tutto è perfetto. Che sia qui da sola, con Alex, con le amiche, con gli amici, tutto va sempre come non riuscirei a immaginare nei miei sogni più straordinari. Non perché accadano cose stratosferiche, ma per lo spazio che si apre dentro di me che mi fa percepire la vita senza nessun filtro.
Se sono diventata così brava nel mio lavoro nel comprendere al volo le persone, lo devo anche a Madrid, lo devo ai miei momenti da sola, agli infiniti balli che ho fatto in tutti questi anni in totale ascolto delle persone di fronte a me.
Vivere a modo mio, non è mai stato facile. Ogni volta che le persone guardano da fuori la nostra vita ne vedono solo il luccichio, ma quel luccichio è solo il risultato finale di un processo interiore che va al cuore delle cose, in cui non esiste la “strada facile”, in cui devi essere disposto a un’onestà con te stesso spiazzante. Un’onesta che ti lascia totalmente vulnerabile più spesso di quello che vorresti.
Significa vedere e sostenere, migliaia di volte, lo sguardo di disapprovazione sul volto delle persone che non comprenderanno mai davvero le tue scelte. Vivere a modo nostro, tuttavia, per me è l’unico che valga davvero la pena.

Penso che la cosa fondamentale per poterlo fare sia quella di abituarsi a stare in quello spazio saggio dentro di noi che ci guida, ci sostiene, ci mostra opzioni. Ogni volta che ci sentiamo minacciati, significa solo che non siamo più in quello spazio, ma se non avremo fretta di cercare di scappare a tutti costi da quella sensazione in cui ci sentiamo per un attimo persi e soli, la calma tornerà nel cuore e noi saremo sempre capaci di vedere il prossimo passo.
Così mentre solo pochi metri mi separano dalla porta d’entrata del mio Hostal, mentre sono sola per la strada, mentre tutto dorme intorno a me, io ascolto i miei passi nel freddo di febbraio. Respiro. Questo momento è solo mio… e non sarà l’ultimo.
Nel mio dito anulare sinistro il cerchio dorato risplende. Alex è con me. Cammina con me anche a distanza. E so, che l’intuizione che avevo avuto 15 anni fa, in una notte fredda come questa, si è avverata.
“Vivo una relazione in cui mi sento più libera di quello che mi sarei potuta sentire da sola”.
E allora piango. Piango di gioia. Una gioia disperata, intensa e bellissima. Piango da sola seduta sotto l’ostello senza nascondermi, totalmente vulnerabile. Piango con Madrid, la mia amata Madrid che mi sostiene… La mia amata Madrid come unica testimone della mia costante evoluzione.
Hasta pronto.
Siempreclara.
Vorrei lasciare un commento a caldo di quelli che piacciono a te, e allo stesso tempo c’è ora dentro di me una così bella sensazione che è proprio come me l’hai insegnata a sentire tu. E quindi? Il mio commento a caldo a modo mio è un’unica intensa parola: grazie! E non mi affanno a cercare altre parole per compiacerti, ma sto a modo mio nell’ascolto. Un abbraccio. Agnese
Grazie Chiara, ho appena finito di leggerlo… bello, intenso e mi ha fatto pensare alle mie scorribande a giro per teatri… che adesso mi mancano un po’…
Sto cercando in ogni momento di vivere a modo mio e anch’io spesso sono stata e sono tuttora additata come “quella strana con 3000 passioni”. Le mie scelte negli ultimi anni le ho fatte seguendo le mie attidudini e le mie passioni. Non è stato sempre facile ma adesso dico evviva la mia stranezza, il mio modo di vivere. Io ci sto bene e questo è quello che conta. Un abbraccio a modo mio!!!❤
In un giorno così in cui gli interrogativi sono tanti, il pensiero sale e scende e le persone mi guardano ma ho la sensazione che nella loro testa ci siano un sacco di domande…
Ecco la risposta è arrivata proprio da te e non avevo alcun dubbio visto che stamattina cercando di raccontare ad una persona quello che è stato per me questo viaggio (senza molto successo), parlando di te ho detto lei è tutto ciò che vorrei essere io in questo momento… Grazie
Grazie Chiara, mi sono commossa e mi è venuto da piangere anche a me! Mi ritrovo in quello che hai scritto, quando parli di tua mamma… Anche la mia pensa ci sia qualcosa di anomalo in me ogni volta che le dico che riparto per un corso di formazione! Praticamente ogni mese!!! Amo il mio lavoro , amo far star bene le persone così come a te. Grazie Vita!!
Il cuore poi mi si è stretto in gola quando hai scritto di Alessandro e dell’intuizione che hai avuto. Grazie?
Bellissima sensazione. Le tue parole sono ricche di emozione che arriva dritta al cuore. A modo mio è il più bel modo, quello che mi fa entrare in contatto con il mio sentito. Dove sto bene.
Grazie Chiara
E? vero Chiara,pure io sin da piccola sono sempre stata la strana,quella che faceva il contrario di tutto.
E da grande pensavo veramente di essere strana e che non andavo bene perché tutti seguivano la stessa scia,
poi ho conosciuto te e ho capito che non devo ma soprattutto non voglio cambiare nulla di me per compiacere gli altri perché questo è il mio modo di vivere la mia vita…GRAZIE
Cara Chiara, “a modo tuo” e “il tuo benessere non è in discussione” sono stati i miei Click in questo percorso insieme, senza dimenticare l’ “elefante rosa” ancora appiccicato sul mio computer! Impegnativo vivere “a modo mio” ma sorprendemente meraviglioso, ogni volta che attraverso quello spazio, dove il flusso della vita ti culla è qualcosa di unico indescrivibile con le parole.
La mia sensazione leggendoti è che fin da piccina ho sempre sentito come un valore aggiunto “essere me”, mi sono persa di vista molte moltissime volte ma quella sensazione innata del “vai bene così” c è sempre stata, solo non sempre ho avuto la forza di seguirla o di vederla.
L’unica sensazione che non mi ha mai abbandonata è l’Amore che sento per le persone che stimo e amo, quando scrivi “ti voglio bene” è riduttivo, lo è davvero…è Amore Puro!
Ciao Chiara, sono Ale (Non Ale tuo, ne Ale di Veronica, ma Ale del bar). Lascio un commento dato che questo vostro viaggio l’ho vissuto in qualche modo anche io, attraverso le storie raccontate da Veronica. Da amante dei viaggi non posso che entusiasmarmi nel vedere una mia amica narrarmi la sua esperienza (da film!) con una luce negli occhi che mi fa rivivere alcuni miei viaggi passati..
Grazie.
Ragazze!!!! Che emozione leggere tutti i vostri commenti. Devo dire che quando condivido con tutte/i voi qualcosa di così personale, ho sempre per un attimo il timore di mostrare una parte così intima di me… ma la risposta che mi date è sempre una grande conferma che la vulnerabilità spesso è la forza più grande che abbiamo a nostra disposizione! Grazie… ed infine benvenuto ad:
@Alessandro del Bar: che piacere leggerti qui nel blog. Hai ragione Alessandro è stato magico, ma non perché eravamo a Madrid, per il modo unico in cui l’abbiamo vissuto… è stato unico perchè quando tocchi con mano l’animo delle persone è inebriante. E francamente sono certa che la stessa sensazione la possiamo trovare anche nel bar sotto casa… Non sei d’accordo? Appena vengo a Milano verrò a bermi un caffé nel tuo bar! A presto e torna a trovarmi lasciando commenti quando vuoi!