Ci sono dei momenti nella nostra vita in cui abbiamo dei pensieri ricorrenti. Sono sempre gli stessi e sono sfiancanti. Oserei dire quasi che sono ossessionanti. Sembrano talmente veri, talmente reali, che è come se venissimo momentaneamente sequestrati dalla nostra vita e iniziassimo a vivere solo nella nostra testa, credendo che quest’ultima sia diventata la vera e unica realtà possibile.
Ci sembrano pensieri particolarmente veri, soprattutto se sono collegati a cose o eventi che stiamo vivendo o che potrebbero verificarsi. Per esempio ci sembrano veri i pensieri di povertà se ci sentiamo economicamente insicuri. Ci sembra realistico il pensiero che possa accadere qualcosa di brutto a qualcuno che amiamo, perché sono cose che capitano. E poiché la vita è cambiamento, sappiamo che prima o poi perderemo qualcosa o qualcuno a cui teniamo molto, e iniziamo a soffrire al “sol pensiero”, dimenticandoci che è “sol pensiero” e non è ancora reale, se mai lo sarà.
E’ come se i pensieri di preoccupazione e paura ad un certo punto diventassero “gli ospiti fissi” del nostro cervello e ci abituiamo a credere che questa sia la nostra condizione naturale: quella di chi vive sul “chi va là”.
Finiamo a volte addirittura per credere che questa modalità sia quella migliore, quella che nel caso in cui poi succeda davvero qualcosa, ci preservi dal sentire troppo delusione o troppa sofferenza.
Insomma, risulta che trascorriamo la vita impauriti o preoccupati, solo per proteggerci dal sentire altra paura o altra sofferenza in un ipotetico futuro.
La nostra vera paura quindi, non è tanto quello che potrebbe accadere nella vita, ma come questo ci farà sentire. E quello che sentiremo, dipenderà da quello che penseremo e da quello che sceglieremo di credere vero in quel momento.

Donna che balla sull’acqua.
Per fortuna, ad un certo punto, per quanto addormentati siamo in questi stati mentali, ci svegliamo e abbiamo dei veri e propri momenti di “respiro a pieni polmoni” in cui torniamo a sentire e sperimentare che siamo liberi, che quello di cui abbiamo bisogno è già qui, e che tutto è esattamente come dovrebbe essere. Tra un attimo potrebbe cambiare, persino in meglio. E comunque, qualsiasi cosa accada, nel momento in cui accadrà emergeranno in noi pensieri che ora non possiamo nemmeno immaginare, perché ancora non ci servono. Insomma, non c’è molto da temere in fondo.
Allora sorrido ricordando una frase di Ludwing Wittgenstein, di cui non ho mai letto nulla tranne questa frase che trovo stupenda nella sua semplicità:
“Un uomo rimarrà imprigionato in una stanza con la porta accostata e che si apre dall’interno, fino a che non si renderà conto che deve tirare invece che spingere”.
Un abbraccio semplice e rilassato dalla vostra coach,
Chiara
PS: Già 8 donne si sono iscritte all’edizione di maggio di FELICE E FEMMINILE A MODO TUO!… Se vuoi smettere di “spingere” quella porta e tirarla per il verso giusto, ti aspetto con noi al corso.
Ora lo so che mi proponi di nuovo di sentirci, e inizio a pensare che forse mi servirebbe, ma devo dire che tocchi argomenti pregnanti… forse non siamo poi tanto speciali e diversi e unici nel nostro dolore, semplicemente non ce lo diciamo… Non parliamo abbastanza tra di noi e ci vergogniamo di ammettere le cose.
Io ho questo problema… Dopo aver riparato le cose col mio compagno, ora vanno così bene che sono ossessionato al pensiero di perderlo. Non ho molti amici, la mia famiglia è lontana, e comunque posso contarci poco, e la sua è… beh, figlio unico, orfano da qualche mese dopo aver perso i genitori nel giro di 3 anni e mezzo (noi stiamo insieme da 4 e mezzo). E, come dici tu, a volte è come se mi aggrappassi a quel pensiero perché se sto male ora, forse starò meno male dopo… Mi sveglio felice, poi lo guardo e mi ricordo che potrei svegliarmi e trovarlo accanto a me morto… e allora inizio ad agitarmi… ed è così tutto il giorno… ogni volta che mi sento felice, mi ricordo che potrebbe non durare e allora mi riporto a terra, e inizio a soffrire preventivamente. Non so come amare senza paura, non so come costruire un futuro perché “eh ma tanto poi potrebbe accadere questo e quello, e se lui dovesse morire, io vorrei morire con lui, quindi non ha senso pensare a mettere su famiglia perché poi come farei etc etc etc”.
Razionalmente so che potrebbe non andare così, che non posso sapere come mi sentirei se… Eppure…
(E stavolta ti commento qui perché non ho ancora capito come evitare che tutto il mondo legga i commenti che lascio in giro, perché sai, ci tengo che non tutti si facciano gli affaracci miei :P)
Ogni volta che accade mi dimentico che era già accaduto e che poi è passato. Come? Nel giusto modo. Nel 100% dei casi nel modo migliore e perfetto, così perfetto che se lo avessi dovuto pensare e programmare io non sarei riuscita a creare la meraviglia del momento.
Non posso dire che non sto più male “al sol pensiero”, ma che è molto meno spaventoso e terrificante da quando sto nella conversazione dei 3 Principi, diciamo che mi sveglio prima che ci creda veramente. Grazie!
@Agnese: bello. Un abbraccio cara!
@Marta: Bentrovata cara. Probabilmente ti stupirò, ma non ti proporrò di risentirci per due ragioni. La prima è che al momento prendo solo pochissimi clienti nuovi di coaching, la seconda è che sinceramente, non ti farei coaching in questo momento, perchè credo trarresti il maggior beneficio dal corso di FELICE E FEMMINILE A MODO TUO! che se vorrai potrai valutare dato che la prossima data è dal 18 al 20 maggio. La comprensione di come funziona il Pensiero non avviene in modo razionale, ma in modo intuitivo. E per esperienza bisogna essere disposti a fermarsi a darsi il tempo per ascoltare qualcosa di nuovo. Tu, sei disposta a fermarti?
Ho aiutato centinaia di persone ad andare oltre le loro “paure” e a vedere che la vita può essere stupenda ora e che smettere di impaurirsi non è così difficile quando comprendi la natura di come funzioni e di come crei di momento in momento l’esperienza della tua realtà.
Quando uso un commento lo faccio sempre con il consenso, di nuovo, non ho l’abitudine di leggere commenti lasciati in giro dalle persone senza il loro consenso. Nel caso in cui avessi accidentalmente usato una tua domanda pubblicamente senza il tuo permesso, ti chiedo scusa, non capiterà di nuovo. Ci tengo anche a dirti che l’unico modo in cui rispondo alle domande che mi inviate è a beneficio di tutti, perché non avrei il tempo materiale altrimenti per rispondere a tutti.
Credo ti farebbe un gran bene leggere uno dei libri della collana 3 Principi (edizioni ERREKAPPA). Se non sai da quale partire parti con La RIVOLUZIONE INSIDE-OUT di Micheal Neill. E quando vorrai approfondire, e lo vorrai davvero, sai dove trovarmi. A presto, Chiara
Cara, non fraintendermi, non hai citato niente in modo inopportuno, sono io che non ho ancora capito se FB ha una funzione per non dire a tutti gli altri cosa commento! No, no, tranquilla, tu non hai colpe qui 🙂
Sono pronta a fermarmi? Boh? Io esco da un percorso di psicoterapia durato 1 anno e qualcosa. Ho risolto molte cose e sto meglio. Non sono una di quelle che si impunta sulle proprie posizioni, se c’è bisogno cambio e ne sono felice. Però è difficile… non ho esempi da seguire, non ho nessuno con cui parlare… la paura è l’unica via che conosco.
Il corso è interessante, te l’avevo già detto, ma siete lontane ed è un impegno economico di un certo livello. Non che la propria salute mentale abbia un prezzo però… ho paura anche a lanciarmi in quello 😛 Chissà…
Chiara volevo chiederti di scrivere un post proprio su questo argomento!. Avere un neonato tra le mani ti puo mettere esattamente nella condizione che hai descritto… thanx!