Ci sono un nigeriano, tre veneti e una napoletana… pare l’inizio perfetto per una barzelletta invece è l’inizio della cena dello scorso venerdì sera a casa mia e di Alex.
Sul tavolo di fronte a questi protagonisti ci sono: 2 pizze normali con mozzarella di bufala, un calzone prosciutto e funghi, una pizza di quelle salutiste di cui non saprei descrivere gli ingredienti e una pizza formato gigante con gamberetti e pomodorini. Insomma attorno al tavolo della nostra cucina si è radunata una varieta di gusti, colori, sapori e storie davvero interessante.
Seduto a un capo del tavolo c’è Alex, mio marito, ampiamente noto a chi mi legge da tempo. Nella sedia che dà le spalle alla cucina ci sono io. Di fronte a me le mie amiche Silvia e Agnese. A capo tavola vicino alla porta l’ospite d’onore, Samuel o come lo chiamo io Sam. Una delle centinaia di persone che ho conosciuto ballando. Una delle pochissime di cui sono diventata amica.
Samuel è un ragazzo di 24 anni e la sua storia, come tutte le storie che abbiamo voglia di ascoltare davvero, è incantevole. Non facile. Incantenvole.

Samuel, Agnese, Silvia, Alex, io.
Al momento delle presentazioni c’è il solito momento di imbarazzo di quando persone apparentemente senza nessuna cosa in comune si riuniscono e iniziano a conoscersi. Non possiamo aspettarci di sentirci subito a nostro agio nel fare cose nuove. Il disagio è normale, ma se c’è qualcosa che ho imparato nella mia vita è che di disagio non si muore e una volta che il ghiaccio si rompe, scopri oceani di meraviglie nascoste appena sotto la superficie.
Fatte le presentazioni iniziamo a mangiare e dopo una mezz’ora arriva il momento in cui l’energia cambia e le persone si rilassano. Adoro quel momento. Samuel incalzato dalle domande mie, di Silvia e di Alex ci racconta qualcosa della sua storia. Guardo questo ragazzo di 24 anni nigeriano in Italia da 7 anni. Un ragazzo che parla 5 lingue senza essere andato all’università. Un ragazzo che aveva una bisnonna che per tenerlo lontano dalla strada gli ha insegnato a ballare. Lo ascolto mentre ripete le parole che gli sono state insegnate:
Quando balli con qualcuno, ascolta la persona e vivi quello che vi state trasmettendo in silenzio”.
Ecco perchè mi piace Sam: dà valore a quel qualcosa che tante persone sono troppo concentrate su sè stesse per considerare. Samuel ascolta, osserva. E’ una di quelle persone che non si lamenta, ma nemmeno si accontenta. E se non sa fare qualcosa, impara. Io delle persone così mi innamoro. Non fraintendetemi. Non mi innamoro nel senso romantico del termine. Mi innamoro della loro vitalità, della luce che sprigionano dagli occhi. Mi ricordano che nella vita ci sono persone stupende e che basta fermarsi un momento per trovarle e riconoscersi.
Sì, riconoscersi. Perchè seduti a questo tavolo ora non ci sono più cinque estranei. Ci sono cinque esseri umani che in modi diversi si sono riconosciuti gli uni negli altri. Le nostre storie sono diverse, le nostre nazionalità, età, gusti anche, ma quando si ascolta la vita a quel livello profondo è impossibile non sentirsi incredibilmente connessi.
Già vedo nella mia testa altre cene a casa nostra quest’estate. Vedo le chiacchiere che faremo tutti insieme sulla spiaggia di sera. Vedo gli abbracci che sorgeranno spontanei, i balli che faremo Sam ed io, Alex che mi sorride a bordo pista felice perchè sa quanto per me sia importante vivere la mia passione per il ballo con persone a cui voglio bene.

Il pontile del Baia Blu. Foto di Gilberto Cadamuro.
La serata di venerdì continuerà al Baia Blu, un locale dove si balla in spiaggia. La musica sarà stupenda, la compagnia perfetta. Finirò la serata sul pontile con la mia amica Agnese a guardare la luna e a respirare l’estate insieme a lei… e per un lungo attimo il mio cuore esploderà di gioia. E mi verrà da commuovermi pensando a quante cose ho avuto la fortuna di vivere.
Stasera si è aggiunto un altro tassello meraviglioso a quel puzzle che compone la mia strana vita. Una vita di sicuro a modo mio, ma una vita che mi permette di guardare alla vita di chiunque e sapere con assoluta certezza che qualsiasi cosa sia celata nel profondo dell’animo di ciascuno, per quanto strana possa essere, è alla loro portata… e se il mio compito sarà quello di stare accanto a chi sta cercando il suo modo unico di vivere la vita che ama a prescindere da tutte le difficoltà… dicevo, se questo sarà il mio compito, lo compirò fino alla fine.
E so che sarà la cosa più meravigliosa che potrò dare al mondo in questa vita.
Grazie Alex, Sam, Silvia e Agnese. Grazie a te che mi leggi, perchè è per te che scrivo. Grazie alla vita che trova sempre il modo per incrociare destini apparentemente sconnessi… grazie. Semplicemente. Grazie.
Chiara
Per qualche motivo aspettavo questo post. Credo che ognuno di noi ha sentito quella connessione a modo suo e grazie a te che hai dato voce a una serata davvero bizzara alla logica.
Ho visto quel disagio di cui parli, e sai una cosa? Il disagio è spiacevole, tuttavia era inevitabile, e ha portato con se la connessione.
L’ho provato poi anche io sulla pista da ballo, oddio io che non so ballare e mi sono ritrovata come un salame a passare da un ballerino all’altro con quella mia nota paura e quel mio ancor più noto disagio, ma anche quella voglia di immergermi in qualcosa di nuovo e vivere e basta. È stato grazie a questa immersione che ho sperimentato per la prima volta dopo tanti tentativi di ballo, la connessione con il ballo stesso. Certo il mio compagno di ballo è stato portatore di quel momento, un momento di assenza totale di pensieri mentre il corpo si muoveva cullato dal ritmo e totalmente a suo agio.
Complice la luna?
Grazie ?
Quando penso a un modo vivo e felice di vivere il proprio genio umano, penso prima o poi anche a Chiara. E questo ennesimo e libero omaggio alla Vita me lo conferma. E mi conferma anche nel fatto che se Dio ha un volto per noi, è perché si è reso incontrabile. Come in una cena. Un bacio grande
@Agnese: Grazie per la tua bellissima condivisione. Sono certa che altri si rilasseranno nel leggerla.
@Filippo: Mi sono commossa. Ed è vero… Dio ha molti volti davvero, per farsi riconoscere nei modi più impensabili. Grazie Fil!