Nella vita di tutti noi ci sono momenti in cui percepiamo un divario tra quello che le persone ci dicono e quello che in realtà pensano davvero. Guardando da vicino potrei riscrivere la precedente frase dicendo che nella vita di tutti noi ci sono momenti in cui percepiamo un divario tra quello che diciamo alle persone e quello che in realtà pensiamo davvero.
Avete presente quella finta sensazione di quando qualcuno è arrabbiato e invia un messaggio con una faccina-emoticon sorridente, che stride come un gesso calcato con mano pesante su una lavagna?

Ascolta per dire quello che pensi.
Non sono un’amante delle emoticon, né nella conversazione virtuale né in quella reale. Mi piace associare alle parole la faccia reale e corrispondente a quello che voglio trasmettere senza fingere un entusiasmo che non ho, una carineria che non mi appartiene, ma andando al cuore di quello che conta senza fronzoli e perdite di tempo e cercando di essere quanto più possibile fedele a quello che voglio davvero trasmettere.
Noto, che le persone perdono spesso il contatto con la loro saggezza quando credono che dire quello che davvero pensano, possa minacciare la relazione e la connessione con chi hanno di fronte. Ha poca importanza se chi hanno di fronte sia un amico, un familiare, un cliente. C’è questa tendenza stancante nell’infarcire la nostra comunicazione di parole, emoticon, espressioni inutili.
Può sembrare duro il mio approccio, quando in realtà è essenziale. Adoro scherzare con gli amici e i clienti… adoro ridere e fare anche battute sopra le righe quando lo spazio è giusto, persino inviare a raffica emoticon sciocche di animali, ma se una persona ha qualcosa di importante da dirmi, amo creare uno spazio sufficientemente saldo e stabile perché chi ho di fronte possa dire quello che va detto senza giri di parole e senza sentirsi minacciato dal fatto che sta “esprimendo la sua verità”.
Trovo stancante quando le persone non dicono le cose così come stanno e fingono una calma che non c’è, mentre potrebbero sperimentare la loro agitazione senza che questo vada a minare la loro “reputazione”.
Tutti si agitano. Io mi agito, tu ti agiti, i tuoi vicini di casa si agitano, i tuoi figli, i tuoi clienti, i tuoi colleghi, quello che sta imprecando in auto proprio ora. Tutti si agitano a modo loro.
A volte non ci sentiamo a nostro agio nel dire quello che pensiamo davvero solo perché crediamo che dire la verità sia difficile. Eppure è la cosa più semplice del mondo. La verità è sicura, perché ti mostra le cose come sono e grazie a questo ti permette di avere delle coordinate affidabili attraverso cui muoverti nella vita.
Per dire ciò che pensi davvero, però, devi prima essere in grado di ascoltare.
SEI CAPACE DI ASCOLTARTI ?
Sei capace di ascoltarti oltre l’agitazione del momento? Durante i percorsi individuali di coaching che intraprendono le persone con me e in tutti i corsi che tengo, questa abilità (se così la vogliamo chiamare) è la prima su cui mi focalizzo con i clienti perchè è fondamentale se vuoi portare la tua vita ad un nuovo livello. Senza questa, non c’è obiettivo, sfida, problema, che si possa risolvere senza fare una fatica immensa.
ESSENZIALITÀ’ DELL’ASCOLTO

L’essenzialità dell’ascolto.
Quando ti ascolti oltre l’agitazione, che alcuni di noi sperimentano attraverso la rabbia, altri attraverso l’ansia, la paura, la paranoia, il sentirsi inadeguati e via discorrendo… dicevo, quando ti ascolti oltre l’agitazione, accedi ad un nucleo di essenzialità dove c’è spazio, poche parole e una calma che ti fornisce la giusta direzione da prendere. Le cose diventano semplici, aspettare il momento migliore, diventa ovvio.
Quando non sei in grado di seguire questa saggezza che ti invita all’attesa, non è perché sei stupido. E’ perché credi all’idea (condivisa da molti ) che se non farai qualcosa adesso sull’onda del momento, non la farai più, e gli altri (il mondo intero) potrebbe approfittarsi del tuo buon cuore. Il problema è che quando agisci da quello spazio, fai e dici cose per cui dovrai poi impiegare tempo prezioso ad aggiustare le cose e dare spiegazioni, senza poi alla fine riuscire a trasmettere davvero quello che volevi dire.
Eppure se aspetti… se ti ascolti… se lasci passare il momento senza fingere una calma che non hai, ma senza neppure farci qualcosa al riguardo e ti concedi tempo, alla fine rimarrà quello che vuoi davvero dire. E lo dirai. Con determinazione, rispetto per te stesso e l’altro, e ottenendo anche un certo effetto nel tuo interlocutore.
GLI ESSERI UMANI QUANDO ASCOLTANO RICONOSCONO LA VERITÀ
Nessun essere umano rimane indifferente ad un altro essere umano che sta esponendo da uno spazio di essenzialità qualcosa che per lui o lei conta davvero.
Tutti gli esseri umani sono attratti dalla verità, perché è rilassante ed affidabile.
LA VULNERABILITÀ E’ FORZA
Nel “dire la tua verità” sappi, che a volte (per quello che mi riguarda, più spesso di quello che mi piacerebbe) ti sentirai vulnerabile. Non fragile. Vulnerabile. Perché sei esposto a ciò che davvero è.
Eppure quando sei in contatto con ciò che senti vero, al di là delle apparenze e dei piccoli o grandi timori che hai, ti senti forte. Incredibilmente forte.
Ed è solo quando siamo forti e saldi, nutriti dall’essenzialità della nostra saggezza, ed in ascolto, che andiamo nel mondo e lasciamo il segno. Quello buono. Quello che influenza le vite… e le cambia. Per sempre.
Buon martedì,
Dalla tua coach
PS: Hai una domanda? Falla così come ti viene! Senza fronzoli, senza paura. La accoglierò con tutto il rispetto che merita, permettendoti di esplorare le cose, senza che tu ti senta minacciato in questo spazio. Dai… lo so che ce l’hai la domanda…
Ho sempre avuto paura della vulnerabilità, diciamo che ho anche tentato faticosamente di combatterla. A distanza di tempo ora mi accorgo della forza che traggo dal silenzio prima e dall’affermare ciò che è. Certo sento ancora la paura di esprimermi così com’è. Ma grazie alla comprensione (infinita) dei Principi sempre più nuove realizzazioni prendono il posto di vecchie abitudini di pensiero. Per me la chiave è il silenzio e la giusta attesa. Grazie coach.
@Agnese: Non c’è di che Agnese!