Questo post avrà un taglio pragmatico. Il mio scopo nello scriverlo è duplice: farti comprendere visceralmente che più bisogni senti di dover soddisfare peggio ti senti, e scoprire che in fondo non sei così bisognoso come credi.
Sono certa che se lo leggerai con mente più vuota possibile, sarà illuminante sotto molti aspetti. In particolare relazionali. Quando parlo di aspetti relazionali non mi riferisco solo al rapporto di coppia. Mi riferisco a rapporti di amicizia, e ai rapporti con i clienti e i colleghi. Ma la realtà dei fatti è che qualsiasi persona con cui interagisci nella tua esistenza è di fatto una relazione. Superficiale a volte, eppure ciò che tratteremo nel post di oggi è applicabile a qualsiasi, davvero qualsiasi, relazione della tua vita, presente e futura.
Tutti noi abbiamo dei bisogni, o almeno crediamo di averli. Nelle relazioni in particolare, spesso, ci si trasforma in macchine-sforna-bisogni.
Sentiamo di avere bisogno di tante cose per essere felici nelle relazioni.
Qui sotto farò un elenco di alcuni tra i più gettonati (e se vuoi, fai un gioco: mentri li leggi, segna quelli che ti sono più familiare… quelli tuoi insomma).
- Ho bisogno che tu mi dimostri il tuo amore
- Ho bisogno che tu ci sia quando ne ho bisogno
- Ho bisogno che tu stia bene per stare bene io
- Ho bisogno che tu mi ascolti
- Ho bisogno che tu mi dica la verità
- Ho bisogno che tu mi dia amore
- Ho bisogno di sentirmi al sicuro
- Ho bisogno di sapere che non mi lascerai mai
- Ho bisogno che tu faccia questa cosa per rendermi felice
- Ho bisogno che tu rinunci a delle cose per me
- Ho bisogno che tu non veda i tuoi amici/amiche così io non mi sentirò male
- Ho bisogno che tu mi rassicuri
- Ho bisogno di fidarmi di più di te
- Ho bisogno che tu approvi le mie scelte
- Ho bisogno che tu mi sostenga economicamente
- Ho bisogno che tu sia forte
- Ho bisogno di spazio
Potrei andare avanti, ma sono certa che la tua mente si sia messa già in moto e abbia iniziato a fornirti altre frasi che in qualche modo si adattano alla tua vita.

Il mio scopo non è che tu ti accontenti. Ognuno vuole delle cose. Ma c’è una differenza abissale tra il volere delle cose e fare i passi per ottenerle, e averne bisogno, diventando quasi sempre delle persone che hanno un’esperienza di insoddisfazione costante perché sentono che non riescono mai a soddisfare quei bisogni.
QUANDO HAI BISOGNO, E’ UN SEGNALE CHE…
… non sei più lucido, centrato, allineato alla tua essenza. George Pransky, uno dei miei insegnanti preferiti sui 3 Principi e un pioniere nel settore, ben spiega questo in uno dei suoi audio corsi quando parla di LIVELLI DI COSCIENZA.
In buona sostanza George paragona il nostro livello di comprensione della vita e, dei 3 principi grazie ai quali facciamo esperienza della stessa, a un grattacielo.
Se siamo nel seminterrato, la nostra bassa comprensione, ci farà credere di essere pieni di bisogni per essere felici e appagati e di dover fare molte azioni per cambiare la nostra situazione. Eppure senza spostarci di un millimetro, se esistesse una pedana che non cambia il posto dove siamo, ma ci solleva dal seminterrato all’ultimo piano del grattacielo, improvvisamente la nostra intera esperienza del punto in cui ci troviamo cambierebbe. Potremmo vedere quanta bellezza esiste già intorno a noi, goderci i raggi del sole sulla terrazza e il panorama mozzafiato. Il tutto senza esserci spostati di un millimetro, ma solo grazie al fatto che ci siamo INNALZATI al di sopra del “pensiero sotteraneo e buio del momento”.
Quindi la prima cosa da vedere e da sapere, è che quando il tuo pensiero è di qualità bassa, sarà per te inevitabile percepire di aver bisogno di tanto da tutti, incluso te stesso. Se rimani in questo tipo di pensiero, credimi, non importa quanto ti darai da fare per migliorare le cose e soddisfare i tuoi bisogni. Appena soddisfatto uno di questi bisogni, ce ne sarà un altro, e poi un altro ancora. Ti sembrerà che non ci sia mai fine al problema.
Quello che ti serve per risentire soddisfazione e appagamento è lasciare che il tuo pensiero si sollevi e che la tua visione della vita si innalzi con esso.
COME PUOI FARE CHE IL TUO PENSIERO SI INNALZI?
Quando la tua comprensione sulla vita aumenta, sembra assurdo, ma ti importerà sempre meno a che piano del grattacielo ti trovi. Sì, ti piacerà forse sempre di più l’attico del sotterraneo, ma avrai una solidità interna alla quale attingere da ogni punto del grattacielo. La puoi coltivare ascoltando. Ascoltandoti di più, ascoltandoti oltre la paura, ascoltando le persone che parlano e si vede che stanno bene davvero. La puoi coltivare smettendo di ascoltarti quando ti critichi, quando ti dai dell’imbecille, quando chi parla dice sciocchezze.
La comprensione dei 3 Principi, ha il piacevole effetto di portarci ad avere più buonsenso e meno paturnie. Meno bisogni da soddisfare e più vita da vivere e godere.
Parliamoci chiaro: sono pochissime le persone davvero indispensabili e insostituibili nella vita di ciascuno di noi, e persino senza quelle, esiste una forza in noi pronta a sostenerci e darci tutto quello di cui abbiamo bisogno in ogni momento. Non parlo per sentito dire, credimi, parlo per esperienza diretta, ma anche per aver visto la stessa forza emergere in centinaia di persone alle quali ho fatto Coaching in quei momenti della vita dove ti sembra davvero di aver perso tutto.
MENO BISOGNI, MAGGIORE FORZA.
Tutte le volte che ti senti così dannatamente bisognoso/a, sappi che l’effetto che fai sulle persone è simile a quello che si ha nella situazione che ti sto per descrivere.
Immagina di entrare in un negozio perché devi comprarti una maglietta. Hai già deciso anche il colore, quindi devi solo trovare la tua taglia. Appena entri il negozio è vuoto e la commessa ti domanda se può darti un mano. Qualcosa dentro di te dice “no, grazie” ma per educazione le rispondi “sì, grazie”. Inizi a spiegarle che vuoi una maglia, lei te la trova, e la maglia ti piace anche. Poi però la commessa inizia ad incalzarti e a dirti in modo un po’ pressante, che con quella maglia, ti starebbero bene un paio di pantaloni che sono in vetrina. Tu non hai nessuna voglia di provarti i pantaloni. Non ti piace neppure il modello che ti mostra. Lei insiste, tu li provi. Esci dal camerino e non ti piaci, lo dici ad alta voce, ma lei insiste che stai benissimo. Tu ti convinci. Le dai la maglietta e i pantaloni e lei li porta in cassa soddisfatta. Tu però ti senti raggirato/a.
Esci dal camerino, dici che hai cambiato idea, ed esci velocemente dal negozio senza maglia (che volevi) e pantaloni (che non volevi) giurando a te stesso/a che non metterai più piede in quel negozio.
Vuoi sapere cos’ha in comune questa storia con la tua? Semplice.
Ogni volta che hai tanto bisogno di qualcosa sei come la commessa che spinge la vendita perché ha bisogno di fatturare. Non lo fa mossa da una reale attenzione nei tuoi confronti, ma dai suoi bisogni. L’altra persona, un partner, un amico e un cliente, lo avverte e ironia della sorte, non “compra” (o nel caso dei bisogni non “soddisfa”) nessuna delle tue proposte, neppure quelle che spontaneamente e con gioia avrebbe soddisfatto se solo tu non fossi stato così pressante e bisognoso.
Interessante davvero.
TORNIAMO AL TEOREMA DI MARCO FERRADINI?
La mia risposta è NO. Se non sai cosa sia il Teorema di Marco Ferradini, ti riporto qui sotto un paio di versi della sua nota canzone.
“Chi è troppo amato amore non dà
E sta sicuro che ti lascerà
Chi meno ama è il più forte, si sa”
Non ti sto suggerendo di fingere disinteresse nei confronti di chi ami e dei tuoi clienti per essere il più forte. Quella è una strategia stupida, che parte da una insicurezza gigante di evitare con tutte le nostre forze il rifiuto dell’altro.
Quello che ti suggerisco oggi, è di avanzare tutte le richieste che per te sono importanti, ma di farlo sapendo che il tuo benessere è al di là di esse. Quando realizzi che la tua forza è in te, puoi chiedere qualsiasi cosa lì fuori nel mondo, perché sia che ti dicano sì o no, tu sarai in pace.
Questa per me è forza e libertà. Non so tu, ma a me di quello che faranno gli altri nella mia vita interessa sempre meno. Mi interessano sempre di più le persone che amo e i miei clienti, ma sono sempre meno interessata dal controllare le loro scelte, i loro pensieri, in buona sostanza la loro vita, incluso quello che “credo” dovrebbero fare per me.
Ho iniziato però da molto tempo a guardare in direzione del sentirmi appagata, soddisfatta e forte, a prescindere da quello che chiunque mi circondi farà o non farà.

Il risultato è che mi sento come una commessa di un negozio pieno di gente che gioisce nell’entrare nel mio negozio. Quando entra una nuova persona dalla porta la guardo con curiosità e le presto la mia totale attenzione. Forse comprerà qualcosa, forse vuole solo dare un’occhiata. Ma so che quello che voglio davvero per tutte le relazioni della mia vita, dalle più fondamentali alle più superficiali, è che tutti quando escono da quella porta con un “acquisto” o a mani vuote, si girino verso di me, e mi facciano il sorriso complice di chi con lo sguardo ti dice “ci vediamo presto”.
A quello sguardo io risponderò con un sorriso rilassato e con la gioia nel cuore di chi sa, che tutto quello di cui avrò mai davvero bisogno dagli altri in questa vita è esattamente questo. Quella connessione vera, che esiste per un istante intenso e libero… e che poi lascia il posto ad altro.
Buon sabato dalla tua coach,
Chiara
Mi piace l’aria capacità di descrivere il normale, quello semplice, mai banale. La vita.
Proprio in questi giorni sto vivendo queste sensazioni tra bisogni e voglia di libertà. E come dice la nostra Annalisa: quando togli il superfluo c’è la vita.
Grazie per come scrivi, il ritrovarsi è sempre più naturale.
E tu sei sempre la benvenuta, perchè al di là delle mille volte in cui ti perdi, hai un desiderio profondo e autentico di vedere sempre la parte migliore di tutto quello che la vita ti offre o ti toglie. Un grande abbraccio Agnese!
Oggi mi trovo dalla parte della commessa che non ha voglia di soddisfare le richieste impossibili di persone che non hanno le idee chiare …. E in qualche modo anche nel cliente che dice sì per educazione…. Beh questo post sembra scritto per me… Sono ancora confusa ma mi lasciò toccare dalle tue parole aspettando che emerga il prossimo passo … Grazie!
@Veronica: già a volte siamo anche le commesse che non hanno voglia di soddisfare le richieste dei clienti. Bellissimo che tu abbia visto anche questo aspetto della metafora. Si cresce sempre insieme.
Sei un portento! Per quello che scrivi ma soprattutto per quello che sei! Io mi sento più invece il cliente che entra nei negozi e tutti sanno perfettamente cosa dovrebbe comprare e se non ti calza bene è colpa tua che devi cambiare per adattarti. Poi ci sono i negozi che ti vogliono fidelizzare ad ogni costo fino a farti sentire stupida e strana se tu conservi il sano desiderio di curiosare e potenzialmente acquistare dove più ti aggrada. E così sale il desiderio irrefrenabile di cucirsi gli abiti da sola. Con te sto imparando che posso entrare ed uscire da tutti i negozi del mondo senza aver paura di ciò che mi sarà detto o offerto, sempre che avrò voglia di farlo. E anche di essere a mio agio nel mio costume adamitico originale e personalissimo senza bisogno di piacere o soddisfare nessuno. E quando senti quella forza dentro di te tutto il resto è solo magia! 😘
@Giovanna: Quando sei “cliente” del negozio e hai la sensazione che gli altri “ti facciano sentire stupida e strana” ricordati che la tua esperienza viene dall’interno di te. Gli altri non sono cattivi sai? Spesso sono spaventati e limitati da ciò che credono di poter/dover fare. Datti tu il permesso di essere libera. Datti tu il permesso di smettere di prendere sul serio tutto quello che pensi. Accorgiti tu che quando “hai bisogno che gli altri ti facciano sentire libera o approvino il tuo desiderio di libertà”, sei tu che non lo stai facendo per prima. Vivi tu da donna libera, libera anche di avere pensieri che non ti piacciono. Quei pensieri passano sempre, e la libertà, per quello che mi riguarda è fluttuare con essi senza paura. Un grande abbraccio dalla tua coach.
Incredibile Chiara, ogni volta che faccio una domanda all’universo, ecco che arriva uno dei tuoi illuminanti post! Sei meglio di Siri 😊 Grazie 🙏🏻
@Mara: ne sono veramente felice… (mi hai fatto tanto ridere con “sei meglio di Siri”…)