“Ciao Chiara vorrei una parola di incoraggiamento da una donna che per sua stessa ammissione ha superato gli alti e bassi delle relazioni. Sono in un momento di stallo e rottura con il mio uomo e, nonostante stia lavorando con la mia terapista per fare un percorso mio di crescita, volevo sapere se hai una perla di saggezza che puoi condividere con me…. una frase che ti ha aiutato a credere nel tuo rapporto con Alessandro (anche se tutti i rapporti sono diversi, lo so… ). Una riflessione sul come non farsi prendere dallo scoraggiamento..Insomma, mandami pure a quel paese se non puoi rispondermi.”
R.
Cara R.,
questo post è per te e per tutte le persone che si sentono in un momento di scoraggiamento nella loro relazione… ma anche nella vita in genere.
Dividerò questo post in punti non troppo lunghi per dare modo di fare una delle cose che ritengo più utili in questi momenti: smettere di assillarti. Quindi… iniziamo.
SUPERARE GLI ALTI E BASSI?
Del messaggio di R. mi ha subito colpito la prima frase, in particolare quel verbo “superare” gli alti e bassi. Mi ha fatto effetto perché quando siamo in difficoltà crediamo di dover superare il momento come se fosse una sfida, un ostacolo, un cancello da saltare… una bella rottura di scatole insomma che non vediamo l’ora di gettarci alle spalle e superare.
Il problema è che già stiamo facendo fatica in quei momenti e il concetto di “superare” qualcosa mi da l’idea che invece di sfiatare la pressione interna dei nostri stati d’animo, ne vada ad aggiungere.
Non si può chiedere di fatto ad un animale con una zampa rotta di saltare un cancello. Giusto? Sarebbe ridicolo e inutilmente doloroso. E il punto è proprio questo:
“Quando abbiamo la sensazione di essere con il cuore in subbuglio (o infranto) non siamo in grado di superare un accidenti. Magari tra un momento ci sentiremo meglio, ma quando quella è la sensazione che proviamo, la sola idea di “superare” il momento è faticosa, inutile e priva di ogni senso”.
Per me non si tratta di “superare” gli alti e bassi delle relazioni, con Alex o gli amici o chicchessia. Si tratta di fare altre due cose con i famosi “alti e bassi”.

VIVILI E ATTRAVERSALI.
VIVILI. “Vivere” gli alti e bassi, significa vederli esattamente per quello che sono. Ovvero? Fluttuazioni dei nostri stati d’animo e dei nostri pensieri del momento. Non possiamo sentirci forti quando pensiamo di avere il cuore spezzato. Non possiamo sentirci deboli quando pensiamo che saremo in grado di guarire da ogni ferita. Che possiamo fare allora? Possiamo comprendere che a seconda di quello che pensiamo abbiamo un’esperienza della nostra vita, filtrata dal pensiero che ci sta attraversando in questo momento. Non tutti i pensieri però hanno la stessa importanza, e il nostro “lavoro” se vogliamo chiamarlo così, come esseri umani è quello di abituarci sempre più a riconoscere che non tutti i pensieri vanno presi sul serio. Non significa che puoi eliminarli, significa che ti puoi lasciare attraversare da essi.
ATTRAVERSALI. “Attraversare” gli alti e bassi (e quindi i pensieri che mi fanno sentire debole, piccola, indifesa e spaventata) non sempre è un’esperienza gradevole. Se così non fosse dubito fortemente che la gente, me inclusa, investirebbe così tanto tempo, energia, denaro, per ascoltare altre persone (coach, mentori, scrittori, registi, cantanti) che in qualche modo, spesso con il loro esempio di vita, mostrano qualcosa di bello su come essere più liberi, in pace, felici, di successo, vitali, amorevoli, grati. Siamo attratti naturalmente come esseri umani dal benessere, dall’equilibrio, da quel qualcosa che vediamo brillare in noi e negli altri quando stiamo bene, davvero bene.
Ma che cos’è davvero QUEL QUALCOSA?
Non ho la risposta ultima e definitiva, ma ho una risposta che in qualche modo sento calzante per R. e, per te che mi stai leggendo proprio adesso.
Io penso che quel qualcosa che tanto ci attrae sia una conseguenza dell’attraversare uno dei tanti alti e bassi della nostra vita, smettendo di desiderare che passi in fretta.
Quando vedo un alto e basso per ciò che è, smetto di temerlo. Non è che non fa più male, è solo che non ne ho più paura.
Quando vedo un alto e basso per quello che è, smetto di sentirmi sbagliata/o per quel che sto sentendo e mi rilasso.
Quando vedo un alto e basso per quello che è, ovvero una fluttuazione del mio pensiero che mi rende momentaneamente meno capace di avere chiarezza e prospettiva, accetto che non sono in grado ora di saltare o superare nessun cancello. E come un gatto con una zampa rotta me ne sto tranquillo su un angolo e aspetto.
ASPETTARE NON E’ SINONIMO DI NON AGIRE
Lo so, il concetto è paradossale. Eppure quando dico “aspetta” non intendo necessariamente “non fare nulla”. Intendo “smetti di agitare le tue acque interne”. Smetti di farti mille domande alle quali ora, non avrai risposta. Smetti di assillarti. Smetti anche di parlare troppo del “problema” se questo vedi che più calmarti ti agita e basta. Smetti e aspetta. Nel frattempo puoi fare quel che ti pare. Dormi, lavora, esci, fai sport, stai sul divano a poltrire… fai un po’ quel che ti pare, semplicemente non ti prendere troppo sul serio quando sprofondi nei meandri delle tue preoccupazioni più atroci… e sai perchè?
Perché poniamo anche il caso che le tue preoccupazioni più atroci si avverino. Diciamo anche che tu e il tuo lui vi lascerete per sempre. La realtà sai qual è? Che tu non hai la minima idea di quel che penserai davvero se mai questo dovesse avvenire: sia tu che lui, in quel momento, avrete a disposizione una forza e una prospettiva che ora non avete ancora… perché adesso non vi serve.
La saggezza emerge quando serve. Ecco che allora non ti occupare di cosa accadrà nel lungo termine. Occupati di adesso. Smetti di agitare le tue acque interne. E nel farlo vedrai proverai una strana sensazione di VUOTO.
Quel vuoto che ti permette di lasciare che le acque della tua mente si calmino… quel vuoto che ti permette di tornare a vedere che sei più forte di quel che credi. E che alla fine dei conti, come mille altre volte nella tua vita, ce la farai. Se non li hai già letti di consiglio davvero la lettura di due libri:
- 3 SETTIMANE CON IL GENIO di Chiara Grandin (proprio io)
- IL MANUALE DELLE RELAZIONI di George Pransky (che ha recentemente cambiato titolo e si chiama VERSO L’AMORE)
Un grande abbraccio,
Chiara
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