Sono seduta e sto bevendo il mio quarto caffé. Non l’ho ancora finito che già sento il desiderio incontrollabile di ordinarne un altro. Ne voglio un altro. Anzi, voglio bere caffè tutto il giorno, e non mangiare nulla mentre cammino per il litorale di Jesolo senza nessuno intorno.
La voce del buon senso comune, dall’alto del suo pulpito declama forte nella mia testa “guarda che bere troppo caffè fa male”… annuisco con un sorriso sprezzante e le rispondo “anche rinunciare alle cose che contano davvero, eppure la gente lo fa costantemente”.
Ordino il quinto caffé e rido. E’ una risata strana me ne rendo conto, tanto che il cameriere mi chiede se sto bene… forse ho una faccia tra il felice, il cinico e l’indecifrabile. Oggi vivo l’instabilità del pensiero. Di quando ti si affollano nella testa mille pensieri e poi li lasci andare. Sono partita da casa con l’autobus delle 12.40. Erano esattamente 20 anni che non prendevo un autobus per andare a Jesolo, ed invece che alzarmi al ritmo di bachata dominicana o di musica spagnola, quest’oggi nelle mie orecchie suonano i Negrita e Ligabue. Incredibile.
Seduta sull’autobus ho decretato con me stessa che la canzone della mattinata è “QUESTA E’ LA MIA VITA” di Ligabue. Riflette perfettamente il mio pensiero del momento …
“Questa è la mia vita… porta la tua vita vita che vediamo che succede a mescolarle un po’”.

Mentre l’autobus percorre strade che non faccio mai, sento che la mia mente si sgombra: a volte raggiungere i luoghi di sempre in modi inusuali ci permette di accedere a freschezza cerebrale. Ci permette di far entrare aria nuova dentro di noi. L’autobus rallenta e si ferma. Sale a bordo una ragazza giovane con una cortissima frangetta ed un piercing al naso. Mi sorride, si mette le cuffie e si siede tre sedili avanti al mio. L’autobus riparte e ci lasciamo alle spalle il Bar Centrale accanto alla farmacia di un paese che francamente non ricordo il nome. Quante anime in questo pomeriggio di agosto? Poche. Siamo in pochi qui intorno oggi. Proprio quello che mi serviva. Poche scelte oggi.
Oggi qualcuno sceglie per me la strada, le fermate, quando frenare, quando accelerare… e se prenderà una multa non sarò io a pagare. Mi rilasso… oggi non decido nulla. Oggi mi lascio portare. Realizzo che, per chi come me è abituato a decidere, anche non scegliere, a volte, è l’atto sommo della libertà. Oggi sono stanca ed è bello così. Oggi non decido.
Ad un paio di chilometri dall’arrivo all’autostazione di Jesolo un uomo è seduto su una sedia fuori dal suo camion. Tiene i piedi appoggiati alla recinzione a bordo strada e guarda il campo di fronte a lui. Mi sintonizzo per un istante sulla sua sensazione e mi piace, lo sento vicino. Poi la distanza fra noi aumenta e veniamo separati. Forse non penserò mai più a lui, eppure per un attimo l’ho sentito, come sento vicine a me persone mai conosciute che nei modi più insospettabili sento fin dentro le ossa e poi svaniscono dalla mia mente. Il pensiero ci fa sentire vicino o lontano dalle cose, dagli altri, da noi stessi. E’ un grande dono davvero.
… Penso a Gran Canaria e alla Siberia che brucia. Penso ad una citazione che ho letto stamattina:
“Il pericolo più grande per il nostro pianeta è la convinzione che qualcun altro lo salverà”. Sento sconforto.
Io sento raramente sconforto, perché raramente ho pensieri sconfortanti… eppure oggi sento sconforto. Saremo capaci di salvare il nostro pianeta? Sto facendo abbastanza?…
… L’autobus frena, svolta, rallenta, si ferma. Siamo arrivati. Slego i capelli che si liberano dalla stretta dello chignon. Troppa pressione del mio cervello non fa bene. Entro in stazione guardo gli orari di ritorno. Per un attimo mi sembra di essere in aeroporto Marco Polo, a Venezia. Per un attimo mi sembra di essere arrivata in un posto che non conosco. La mia mente è di nuovo sgombra. Lo sconforto è svanito. Per un attimo ho un’idea di un tour per l’inverno dove aiutare sempre più persone ad essere libere… perché chi è libero, lotta per le cose in cui crede …
Sospiro. Sono proprio stanca. Oggi niente lavoro… oggi non posso salvare il mondo. Oggi posso salvare solo me stessa. E magari il mondo, più che essere salvato, ha bisogno di essere accudito… come me oggi. Va bene. Va bene così.
Cammino. Continuo a camminare. Dagli auricolari Ligabue mi dice che:
“Le donne lo sanno e sanno per qualche motivo che basta vedere….”
Sorrido e penso alle mie donne. Tutte le mie clienti e in particolare quelle del mio gruppo di “UNA VITA MERAVIGLIOSA A MODO TUO”. Invio loro una foto che ho scattato in autobus con una didascalia fatta solo per loro.

La prossima settimana torno al lavoro e il pensiero mi rende felice… davvero. Dopo il quinto caffè raggiungo la spiaggia, stendo l’asciugamano sul pontile in silenzio e faccio qualcosa che di solito non faccio: smetto di occuparmi delle cose, delle persone, delle scelte. Oggi. Al resto ci tornerò a pensare domani… dopotutto “domani è un altro giorno”.
Da Jesolo, con amore.
Clara
Grazie.
Prego! Un abbraccio