Sto camminando con Veronica al mio fianco per il Parque del Buen Retiro di Madrid. È un venerdì di gennaio ma c’è un clima stupendo. Fa freddo, ma non di quello che ti entra nelle ossa. Fa freddo, ma al sole si sta senza giacca. Non c’è vento e sedute sul Rosaleto ci rilassiamo su una panchina parlando di noi. Lei smette essere la mamma di Franci per un momento, io smetto di essere la moglie di Alex per un momento, e siamo solo Chiara e Veronica, due ragazze che si godono un pomeriggio di sole insieme.
Alcune persone prima che lei partisse hanno commentato: “vai a Madrid da sola e lasci a casa tuo figlio? Ma che madre sei?”.
Alcune persone da anni quando parto da sola per Madrid commentano: “vai a Madrid da sola e lasci a casa tuo marito? Ma che moglie sei?”.
La diversità fa paura. Le scelte diverse spaventano, persino quando non sei tu a farle, perché ti costringono a vedere altri modi di vivere e domandarti nel profondo di te se la vita che stai vivendo è proprio quella che vuoi, o se forse ne è una versione ridotta.
Mentre siamo sedute su quella panchina io le faccio un massaggio. Stiamo in silenzio. C’è tanto amore senza parole tra noi ed entrambe sappiamo il grande dono che stiamo vivendo: quello di un tempo solo nostro. In quel momento ci viene entrambe da provare un amore smisurato per gli altri amori della nostra vita. Quante volte ci siamo sentite sbagliate solo per il fatto di desiderare cose diverse?

Sembra normale desiderare una casa più grande, una macchina nuova, l’ultima versione di Iphone, acquistare cose durante i saldi. Noi desideriamo ballare e ascoltare la nostra musica. Camminare per la nostra città preferita quando possiamo. Desideriamo altri momenti in cui siamo su una panchina a chiacchierare senza tempi prestabiliti.
E’ pazzesco come ancora oggi la diversità delle cose semplici che però ci rendono più liberi, spaventi. Le persone sono spaventate dalla libertà. La bramano, ma quando poi c’è da vivere in accordo alla spinta indomita del nostro animo, spesso si tirano indietro.
La rabbia di sentirci criticate cede il posto alla gioia.
Siamo vive. Entrambe abbiamo la forte sensazione che un giorno faremo dei corsi insieme in spagnolo per aiutare sempre più persone a smettere di essere spaventate di quello che desiderano… insegneremo i 3 Principi, insegneremo la libertà, quella di quando da dentro si sprigiona pura vita ovunque tu sia.
La gioia torna e smettiamo di prendere sul personale quello che gli altri (chiunque) pensa di noi. Il nostro benessere e il tuo, non è alla mercé di quello che pensano gli altri di noi, adesso ce lo siamo ricordato. Un attimo fa pareva di diverso. Un attimo fa pareva che avremmo dovuto dirgliene quattro a chi ci critica. Un attimo fa sembrava dovessimo difenderci. Adesso non più. Adesso siamo solo noi, e le nostre scelte. Adesso ognuno pensa quel che pensa. E a volte magari può anche essere un’occasione per fermarci e chiederci:
“Hanno ragione? C’è un granello di verità in quel che mi viene detto quando mi criticano?”.
Perché la realtà dei fatti è che a volte chi ci ama, persino quando ci critica vede qualcosa che noi non vediamo. Non sempre, ma a volte sì. Ecco che la rabbia provata qualche ora prima, sparisce completamente dai nostri cuori. E ci rendiamo conto che ci sono momenti della nostra in cui è vero che sarebbe totalmente da incoscienti partire sole per Madrid. Ma oggi non è uno di quei momenti.
Per un attimo vediamo la verità più grande. Ne vediamo un pezzo più grande che ingloba le critiche e la nostra spinta indomita, la diversità e il senso comune, la gioia e il dolore.
Per un attimo.
Stiamo camminando tornando per il Palacio de Cristal, verso il lago. Mentre ci avviamo all’entrata che va in direzione di Plaza de Cibeles, vediamo tre uomini che camminano accanto al lago tenendosi per mano. Hanno la barba lunga e dei tatuaggi, due di loro vestono di pelle. Sembrano motociclisti. E si tengono per mano.
Sono bellissimi.
Il mio cuore sussulta di gioia e libertà mentre li guardo che camminano con naturalezza alla luce del sole senza paura. O forse con paura chi lo sa. Chi può davvero sapere attraverso cosa ognuno di noi passa per creare nel mondo qualcosa o essere se stesso nel mondo come è davvero.

Passano i mesi. Tanti mesi. Arriva luglio. Sono al mare che tengo per mano Alex e camminiamo nel lungo mare jesolano. Sono presa da un momento di sconforto… di nuovo mi sento diversa. Di nuovo sbagliata. Di nuovo criticata. Sto per piangere. Dio mio… perchè mi hai fatto così diversa…
Alex mi guarda fisso negli occhi e mi dice:
“è il momento di camminare con i 3 uomini che si tengono per mano che hai visto a Madrid. Cammina libera per il mondo Clara. E’ questo il tuo destino.”
Adesso piango… ma è gioia. Di quella incontrollabile e selvaggia. Di quando ti basta che qualcuno ti veda davvero… e non sia spaventato da ciò che vede.
E’ così che guarderò i miei clienti. Tutti. Quelli spaventati, quelli insicuri, quelli forti, quelli che non sanno ancora, quelli che vogliono qualcosa di diverso, quelli che vogliono qualcosa di normale.
Sono questi gli occhi che trasformano la vita della gente, gli occhi con cui mi sta guardando ora Alex. Sono gli occhi dell’amore, ma sono anche gli occhi di chi vede che il suo benessere più profondo non è mai in discussione, e che allora vale la pena essere coraggiosi. E camminare per strada tenendosi per mano senza paura.
E’ così che guarderò le persone sempre più.
Clara
Cara Chiara, ciò che scrivi è proprio vero. Sono vedova da oltre un anno, ho amato il mio uomo più di me stessa ma non vorrei rimanere sola per il resto della mia vita. Questo è il punto. Ho scoperto che è teoria comune che più tempo una donna resta sola dopo la morte del marito, più grande è l’amore che lei provava per lui. Mi sento sbagliata a sognare un nuovo amore perché sarei giudicata come quella che non ha amato abbastanza. Solo io so quanto amore ho provato, ma questa sentenza mi spaventa. Cosa ne pensi? Grazie, ti leggo sempre. Un abbraccio
Cara Orsetta, ti dirò volentieri quel che penso e sono molto più interessata ad aiutarti a scoprire cosa pensi tu davvero e a seguire quel che senti giusto per te. Prima di tutto scusa il ritardo della mia risposta. Ero in ferie. Partiamo da quel che penso della tua domanda: penso che il “pensiero” di quel che penseranno gli altri di te, non è importante e comunque ho una grande rivelazione da farti. Tutti hanno un’idea e pensieri su come chi li circonda dovrebbe o non dovrebbe vivere la propria vita (inclusa tu, inclusa io). Il risultato di questo? Che a volte siamo così concentrati su quel che gli altri dovrebbero o non dovrebbero pensare di noi, che non viviamo la nostra vita nel modo in cui siamo destinati a fare. Vuoi un nuovo amore dopo essere rimasta vedova? Non vedo proprio dove sia il problema. Il fatto che tu abbia amato il tuo uomo, non significa che tu non possa amare di nuovo. Chiunque vorrai tu, ecco quel che penso… ma ora mi interessa sapere quel che pensi tu. Perchè non ti occupi di ascoltarti davvero e lasci perdere i sensi di colpa inutili e quel che gli altri penseranno? Dopotutto è la tua vita no? Un grande abbraccio e torna a trovarmi.
Ciao Chiara! Mi ricordo molto bene quel fantastico pomeriggio come se fosse oggi…
So quanto possa essere costosa la libertà, ma so anche che non potrei vivere diversamente sarebbe come chiudermi in una stanza senza finestre né aria!
Come dici tu, ci vuole davvero qualcuno che ti guardi con amore e senza preoccuparsi di quello che vede!
Ci vuole tanto coraggio e anche un po’ di pazzia…
Grazie per aver dato forma a quel fantastico pomeriggio insieme!
E’ sempre bellissimo starci accanto e crescere insieme.