CRESCI! E’ stato il mio motto dell’ultimo anno.
Ricordo quando ero in quarta elementare che uno dei miei compagni di classe dichiarò che stava scrivendo un libro. Quelle sue parole mi rimasero impresse, tanto che quando mio padre venne a prendermi alla fine della giornata con il suo 164 Nero, rimasi a pensare per tutto il tragitto di ritorno a casa a cosa avrebbe implicato davvero scrivere un libro. Possibilmente bello. Ma anche brutto. In fondo chi si mette a scrivere, nutre sempre il sogno più o meno esplicito, di diventare uno scrittore di best seller.
Seduta sul sedile davanti degli adulti con il profumo di pelle dei sedili e in silenzio accanto a mio padre, pensai che prima o poi mi sarebbe servita una macchina da scrivere. Una di quelle che usavano le mie zie in azienda. Una di quelle dove facevi errori e poi li dovevi correggere con il bianchetto. Per pubblicare un libro, dovevo crescere. E per crescere come scrittrice, dovevo scrivere.
Iniziai ad intrattenere relazioni epistolari con le persone che incontravo nei viaggi di famiglia.

Ho avuto un sacco di amici di penna. Davvero un sacco. Ricordo ancora un ragazzo umbro che mi scriveva una lettera a settimana. Le sue lettere erano in media lunghe otto facciate di fogli A4 belli fitti di inchiostro e parole … non ci misi molto a capire che si era preso una cotta. Una di quelle dove idealizzi quella presenza di cui ricevi solo parole scritte e mai la persona a tutto tondo.
D’altronde… chi di noi non ha idealizzato almeno una volta nella vita qualcuno con cui si scriveva?
Chi di noi, quando sono sorti dal nulla i primissimi INTERNET POINT, non ha giocato sulle chat, idealizzando chi stava dall’altra parte?
Siamo carini. Dico davvero. Quando sono quieta la nostra umanità, anche sciocca a volte, mi commuove.
Alla fine sono cresciuta. Ho pubblicato due libri. Ho scritto per la rivista per donne più importante d’Italia e sono stata pagata per fare quello che era nata come una semplice idea, in quella 164 di mio padre.
Ma quello che non avrei mai pensato accadesse è che scrivendo per tanti, tantissimi anni lettere su lettere, messaggi, e-mail, post sui social e sul blog, parole a caso sui miei mille taccuini, ho capito che scrivere è una delle forme più meravigliose che ho a disposizione per comunicare… QUANDO SONO NEL GIUSTO SPAZIO. Scrivere dal giusto spazio è il modo unico che la vita mi ha dato per comprendere a fondo me stessa, le persone, la vita stessa.
Scrivere quando non sono lì, nel giusto spazio, è come parlare quando sono disconessa a me stessa o troppo arrabbiata, o confusa, o stanca. Quando parlo o scrivo da un pessimo spazio è inutile, controproducente, faticoso, senza contare la sequenza di infiniti malintesi e le conseguenti perdite di tempo, che questo innesca.
IL GIUSTO SPAZIO
Quando chiunque di noi, tu, io, chi ti sta di fronte, è nel giusto spazio, vede e ascolta meglio di quanto non farebbe da un pessimo spazio. Da qui smettiamo di idealizzare o demonizzare le persone. Le vediamo un pochino di più per ciò che sono davvero, senza aspettarci cose che non potranno mai darci, ma con la calma fiducia che tutti in ogni momento possiamo fare un salto di qualità ed essere più… GRANDI!
La mia parola chiave di questi mesi è stata la stessa che mi ha spinto a scrivere in quarta elementare: CRESCI!
L’ho ripetuta ai clienti e agli amici ogni volta che scadevano in pensieri infantili. L’ho ripetuta a me stessa quando mi sentivo inerme, persa in pensieri sconnessi nei primi mesi di questo 2019. Tutti siamo chiamati a crescere. Tutti siamo chiamati a diventare qualcosa di più GRANDE. Se non sarai disposto a crescere, a fare un salto di qualità, diventerai una versione sbiadita di ciò che avresti potuto essere.
Crescere implica ascoltare. Ascoltare meglio. Oltre ciò che già sai. Io di questo ne ho la certezza già da tempo. Tutti siamo chiamati sempre più ad ascoltarci in profondità e ascoltare oltre le parole. Tutti siamo chiamati a riconoscere lo spazio attraverso cui agiamo, scriviamo, parliamo, guardiamo la vita. Perché è solo nella chiarezza che i miracoli accadono.
E’ solo quando VEDI che puoi guidare altri. E’ solo quando ASCOLTI a quel livello in cui vai oltre il tuo piccolo orgoglio ferito che puoi cogliere una verità più ampia della storiella che crei nella tua testa per rimanere arroccato sulle tue ragioni.
Presto o tardi nella tua vita, come direbbe Albus Silente, sarai chiamato/a a fare una scelta tra ciò che è giusto e ciò che è facile. Sarai chiamato a CRESCERE.
Da che spazio sceglierai di agire, dipenderà solo da quanto a fondo sei stato disposto ad andare dentro di te. Allora rimane l’ultima domanda.
COME RICONOSCO IL GIUSTO SPAZIO?
Inizia con il tacere. Stai in silenzio. Aspetta prima di parlare. Osserva di più, giudica di meno. Poi leggi libri che aprono la tua mente. Io ne ho scritto uno. Non pretendo di aver scritto il migliore, ma so che ha il potere di farti vedere qualcosa di unico, lo so perché lo spazio attraverso cui l’ho scritto era giusto. Si chiama 3 SETTIMANE CON IL GENIO. Lascia che le parole che mi hanno attraversato fino a diventare inchiostro stampato su carta, penetrino in te e facciano ciò che devono per condurti a vedere la vita da una prospettiva infinitamente più ampia.
Sì, hai letto bene. Ho scritto INFINITAMENTE più ampia… non mi sono mai accontentata del “un po’ di più”… il mio sguardo è puntato sullo spazio in cui accadono i miracoli. Quelli a cui tante, tantissime volte ho assistito. Non mi accontento di niente di meno.
Se sei o sarai pronto ad approfondire e crescere, presto ci saranno opportunità concrete per te. Parlo di corsi che potrai seguire da tutta Italia, per riconoscere sempre più quel famoso SPAZIO in cui accadono i miracoli… e in quello spazio diventare uno di casa.
Fino ad allora ti saluto e ti auguro solo una cosa: CRESCERE e diventare qualcosa di più GRANDE di ciò che eri.
Chiara
PS: Qui sotto trovi il video dove ho fatto una lettura di questo stesso post… magari ti piace ascoltare le storie, e anche se non sono una doppiatrice, spero che ti arrivi la sensazione…. buon ascolto.
La prima volta che ho scritto qualcosa è stato tra le elementari e le medie; tutta entusiasta avevo mostrato le prime pagine a mia mamma che non trovò niente di meglio che mettersi a ridere prendendomi in giro. Da allora ho buttato giù solo qualche pagina e sempre con una certa vergogna.
Qualche mese fa mi sono fatta coraggio e ho frequentato un corso di scrittura; l’obiettivo era scrivere un racconto breve e rivederlo in classe. L’ inizio del mio componimento non era male, poi – non so ancora perché – ho cominciato a cercare l’approvazione dell’insegnante e da quel momento, scritto e fatti sono deragliati. Più cercavo di farmi notare, più il racconto imbruttiva e meno l’insegnante mi degnava di attenzioni che andavano invece a quella che tra me e me chiamavo “amichevolmente” La Gattamorta. La mia autostima già traballante è crollata del tutto. Ho sentito il peso del rifiuto e l’onta della vittoria dell’altra che cercava attenzioni quanto me, ottenendole. Finito il corso, nonostante i miei sforzi non sono riuscita a entrare nelle grazie del docente che mi ha snobbata e ancora continua a farlo.
Da qualche giorno sono ripartiti i corsi e non ci sono andata, alla fine ho passato l’estate a tormentarmi per le mancate attenzioni e, cosa peggiore, non ho scritto una riga.
Cara Marta, grazie per aver lasciato questo commento… a costo di risultare ripetitiva dirò anche a te la stessa cosa: CRESCI. Se aspetti che il mondo ti dia l’approvazione per essere quel che vuoi essere e scrivere quello che vuoi scrivere, temo, che non inizierai mai. Ma sai cosa? Ho una buona notizia per te. Quello che ti tormenta non è il fatto di “non avere elogio o attenzioni di chi vuoi”. Quello che ti tormenta è il pensiero che senza il loro elogio-approvazione-supporto tu non possa essere felice, soddisfatta, o semplicemente scrivere quello che vuoi scrivere. Quindi carissima, di fatto, sei tu che hai davvero potere su di te. Non ti occupare così tanto della tua autostima. L’autostima non è né più, ne meno del pensiero che in questo momento abbiamo su noi stessi. E il pensiero cambia. Un giorno ti senti invincibili, il giorno dopo uno schifo. Non è lì il punto, sai? Allora io ho un compito da lasciarti. Leggi il mio libro 3 SETTIMANE CON IL GENIO. Poi leggi anche quello di Micheal Neill LA RIVOLUZIONE INSIDE OUT. E poi quello di Jack Pransky QUALCUNO AVREBBE DOVUTO DIRTELO. Sono tutti editi da Errekappa Edizioni… leggili… e poi torna qui, e scrivimi di nuovo. E vedremo cosa sarà già diverso per te. Lo farai?
Attendo una tua risposta. Ti lascio con un consiglio finale. Per essere una scrittrice che scrive cose “belle” devi essere disposta a scrivere cose che sono mediocri o che fanno schifo. E’ così che funziona. Per tutti. E so che ad un certo punto, anche tu smetterai di ricercare l’attenzione altrui, guarderai dentro di te e vedrai che non sei poi così male e ti verrà da sorridere perchè paradossalmente… non c’è niente che attrae di più gli altri di quella sicurezza che sprigioniamo da dentro, quando vediamo che siamo più in gamba di quello che credevamo. Faccio il tifo per te. Dico davvero.
In questa giornata piena di miracoli, mi sento grata per aver letto queste parole. Grata per essere riuscita ad ascoltare di più. Grata per essere stata in silenzio quando avevo la mente affollata. Grata perché crescere diventa uno stimolo per essere più grande.
A parte aver risvegliato in me i. Ricordo fantastico di quando tenevo corrispondenza con i miei amici della calabria, di un ragazzo che frequentavo con cui scambiavo lettere infinite e bellissime…. A parte questa parentesi bellissima che hai risvegliato in me…
Hai proprio ragione e ricordo pochi giorni fa quel tuo: CRESCI! Detto al telefono in una mia crisi di nervi adolescenziale e non posso che ringraziarti per averlo fatto e per avermi fatto vedere qualcosa di nuovo ed importante per la mia vita e per i miei sogni!
Grazie! Mi auguro di continuare a crescere al tuo fianco!
@Veronica: Mi auguro la stessa tua cosa! Un enorme abbraccio amica mia.
@Sara: lieta di esserne stata parte.