Tanti anni fa Alessandro Saramin mi riportò una frase di Anthony Robbins che lo aveva colpito. La frase era questa:
“Le persone tendono a sopravvalutare quello che riescono a fare in un anno e a sottovalutare quello che potrebbero fare in dieci anni”.
Vero. Questa frase ebbe un impatto anche su di me, ma ho iniziato a vederne le implicazioni da una prospettiva diversa, solo qualche mese fa.
Mi sono resa conto che la maggior parte dei miei clienti di coaching raggiungono traguardi incredibili nel tempo, spesso anche molto dopo aver terminato il percorso di coaching con me, eppure senza accorgersene si sottovalutano e sopravvalutano a loro totale svantaggio.
Il punto è che come accade ai miei clienti, accade anche ai miei lettori, ai miei amici… e sospetto anche a te! Ecco perché questa mattina vorrei darti un’idea di come puoi smettere di sopravvalutarti in un modo in cui ti crea stress e pressione inutile, e come puoi smettere di sottovalutarti smettendo quindi di sentirti inadeguato o inadeguata.
SOTTOVALUTARTI o SOPRAVVALUTARTI NON TI SERVE
Per smettere di sopravvalutarti e sottovalutarti a tuo svantaggio ti racconterò un aneddoto tratto da una meravigliosa sessione di coaching fatta qualche mattina fa con G., un mio cliente.
Il pezzo di conversazione che riporterò qui sotto ti sarà utile per farti cogliere qualcosa che può renderti la vita infinitamente più semplice e condurti nel sentiero della maestria: quel sentiero dove impariamo a fondo qualsiasi cosa, senza sopravvalutarci o sottovalutarci, imparando a rimanere in quel territorio meraviglioso che è lo spazio neutro.
Poichè è in quello spazio neutro, liberi da troppo pensiero su di noi e sulle nostre capacità, dove siamo potenzialmente in grado di apprendere meglio qualsiasi cosa.

COACHING CHE CAMBIA LA PROSPETTIVA
E’ lunedì mattina. Sono le 9.30 e sono a metà della consueta sessione telefonica quindicinale con G.
G. è un mio cliente sulla quarantina che lavora a Roma, con cui da più di un anno faccio un percorso di coaching che, come spesso accade, si è evoluto nel tempo. Le nostre sessioni sono conversazioni trasformazionali che puntano a fargli avere maggiore chiarezza e forza in ogni aspetto della vita: dal lavoro, all’amore, ai suoi progetti di vita e apprendimento.
G. Lavora per una delle più importanti onlus italiane che opera su scala mondiale, e durante la sessione di ieri mattina è emerso un dettaglio molto interessante.
Uno degli obiettivi che lui ha e sul quale vorrebbe spendersi, richiede lo sviluppo di alcune abilità, tra le quali avere un livello di conoscenza dell’inglese pari a quello che lui ha dell’italiano. Durante la sessione di ieri è emersa la forte esigenza di dare una spinta in tal direzione, stabilendo insieme a me alcuni passi concreti per monitorare l’aumentare della sua abilità e facendolo con una buona sensazione e senza stress.
Riportare il dialogo fatto con lui, durante la nostra sessione telefonica, ti darà modo di renderti conto di come usiamo tutti, spesso inconsapevolmente a nostro svantaggio, questo aspetto del sottovalutarsi e sopravvalutarsi allo stesso tempo.
UN DIALOGO CHE TRASFORMA
Protagonisti:
CHIARA – La coach
G. – Il cliente (o coachee)
Mezzo: Telefono.
Ore: 9.30 circa
La conversazione:
CHIARA: […] Ok, G. Quindi mi stai dicendo che fra X mesi quello che tu vuoi è scrivere perfettamente in inglese e comprendere perfettamente quello che dicono i tuoi colleghi americani. Giusto?
G.: Esatto Chiara.
CHIARA: Perfetto. Allora ti domando. Oggi è il 16 dicembre. Il 16 gennaio qual è il risultato concreto che ti farà sapere che sei nella direzione giusta?
G.: Avrò appreso 1000 nuovi vocaboli con il programma di memorizzazione che ho installato nel telefono e ovviamente appreso perfettamente le strutture grammaticali che mi mancano.
PAUSA – A questo punto io, la coach, sto un momento in silenzio. Lo stomaco mi si è chiuso. Conosco a sufficienza la vita di G. per sapere che si sta sopravvalutando e lo sta facendo perché è stizzito del fatto che nel mese precedente non è riuscito ad avanzare come voleva. Ecco che allora fa quello che molti fanno in questi casi: si sopravvaluta e spinto dall’adrenalina cercherà di realizzare un piano che ha già parecchie probabilità di fallire, per poi al 16 di gennaio sentirsi ancora peggio e dare avvio per ennesima volta allo stesso circolo vizioso di sopravvalutazione delle proprie capacità. Questo è solitamente il modo di approcciarsi agli obiettivi di chi non fa mai coaching, avendo quindi un’esperienza del conseguire obiettivi, spesso frustrante e misera e credendo che quindi non serva avere obiettivi o sia addirittura controproducente o un ostacolo alla felicità. Sciocchezze.
Il risultato garantito di questo approccio è uno: stress, fatica e poca efficenza. Grazie al cielo, c’è un’altra strada.
G. Sentendomi in silenzio sta in silenzio un momento con me e poi io gli domando:
CHIARA: Che sensazione hai mentre dici le azioni che hai in mente?
G.: Stressante.
CHIARA: Sì, anche io. Pessime azioni allora.
G.: (ride).
CHIARA: Quale sarebbe un numero di vocaboli che senti più giusto per te e per tutte le cose che dovrai fare questo mese?
G. Rimane un po’ a riflettere e poi dimezza la cifra. 500 vocaboli. Entrambi tiriamo un sospiro di sollievo. Ma ecco che qui si affaccia lo spettro del sottovalutarsi.
G.: Sì, però 500 vocaboli sono 17 al giorno, mi sembrano veramente pochi.
CHIARA: G. Quanti vocaboli hai imparato ieri?
G.: Nessuno.
CHIARA: Ok. Allora ti chiedo, quanti vocaboli nuovi hai imparato la scorsa settimana?
G.: Nessuno. (inizia a sorridere… sa dove sto andando a parare).
CHIARA: Sospetto che nell’ultimo mese tu non ne abbia imparato nessuno di nuovo, corretto?
G.: (ride di gusto) Sì coach, è corretto.
CHIARA: Quindi, fammi capire. In che modo apprendere 17 vocaboli al giorno sarebbe poco? Non ti sembra che stai sottovalutando enormemente l’impatto che questo cambio di direzione può avere nel miglioramento del tuo inglese nei prossimi 30 giorni?
G.: Hai ragione.
CHIARA: Sai G., il problema per tutti noi quando ci sopravvalutiamo è che tendiamo a fare dei piani troppo ambiziosi e poi la vita accade e noi ci rendiamo conto di non essere in grado di starci dietro. Allora spesso si molla, perché il senso di fallimento è troppo grande. Non fraintendermi come ben sai, io adoro lavorare anche nel creare sogni impossibili, ma non è di questo che stiamo parlando ora. Quando sviluppiamo un’abilità abbiamo moltissimo pensiero che ci ingombra la mente e ci fa sottovalutare l’impatto di ogni piccola azione in più rispetto a quelle fatte ieri che aggiunge qualcosa al progetto… qualcosa che prima non esisteva. Se anche imparassi un vocabolo in più e basta questa settimana, avresti già avuto un netto miglioramento nell’avanzare verso ciò che vuoi. Quindi, perché non la pianti di stressarti inutilmente e quando ci sarà la giornata in cui non riesci (perché sai che ci sarà), semplicemente vai ad aggiungere il pezzo successivo il giorno dopo? Idealmente imparerai 17 vocaboli al giorno. Ci saranno giorni in cui ne imparerai 30 e giorni in cui ne imparerai 1. E’ sempre e comunque di più di quel che hai potuto/voluto fare fino adesso.
G. Sorride di nuovo, il suo respiro è rilassato. So che è un’ottimo momento per chiudere la sessione. La giornata trascorre tranquilla, lavoro con i successivi clienti, poi mi dedico ad altro.
CONSIDERAZIONI POSTUME
La mattina seguente mi alzo più tardi di quello che avevo pensato. Purtroppo salta il piano che avevo di fare l’allenamento che sto facendo da settembre.
Tra me e me penso “ecco, mi sono organizzata male e oggi salterò l’allenamento, che peccato”. Poi improvvisamente dal nulla mi torna in mente la sessione con G.: realizzo che sono solo le 8.00 di mattina e ho tutta la giornata di fronte a me e che ho ben 20 minuti liberi in cui uscire e farmi una camminata. Mi vesto esco e cammino.
Alle ore 9.00 inizio con il primo cliente della mattina e all’attivo ho un allenamento mancato e 20 meravigliosi minuti di camminata all’aria aperta.
Mi ero sopravvalutata la sera prima, credendo che sarei riuscita ad alzarmi alle 7.15. Mi stavo sottovalutando alle 8.00 della mattina seguente nel credere che solo perché non potevo attendere il mio piano, non avrei potuto fare nulla. Che leggerezza.
Wow. Dico davvero. Wow. Un altro velo di pensiero vecchio si toglie dai miei occhi e sono nella vita, in quello che posso fare ora, senza perfezione, senza imperfezione, solo ORA. E realizzo che posso creare moltissimo quando smetto di sopravvalutarmi e sottovalutarmi e semplice essere in tutta la mia magnificenza. E questo vale per me, per G., e ovviamente per te che mi leggi.
Buona settimana dalla tua coach,
Chiara
Ho riflettuto che spesso mi frusto proprio per questo meccanismo… E ti ringrazio, ho fatto un altro passo in piú per vivere i miei obiettivi con serenità
@Marzia: Ne sono veramente felice!