Cosa vuol dire essere un “wannabe”? Il termine deriva dall’inglese “Want to be” che significa “Voler essere” e che poi è nella lingua parlata è diventato un’unica parola, per l’appunto “wannabe”. La traduzione che anni fa si dava a questo termine aveva un’accezione negativa. Almeno dalle mie parti. Lo traducevamo con l’espressione “vorrei ma non posso”.
Si dava del “vorrei ma non posso” a chi non riscuoteva la nostra simpatia, a chi ci criticava, ma poi ci invidiava e ci copiava… a chi insomma avrebbe voluto essere qualcosa o avere qualcosa senza mai riuscirci. E’ stato solo nel 2013 che ho iniziato ad associare al termine “wannabe” connotazioni completamente diverse.
Mi trovavo in una discoteca latina di Madrid che si chiama Tropical House con il mio migliore amico, Abel. Avevamo deciso di cambiare locale per una sera e invece di andare nella nostra discoteca di sempre, il meraviglioso EL SON di Madrid, andammo in questa. Come sempre entrati nella discoteca tutti andarono a salutare Abel che avendo fatto il PR per anni, in quasi tutti i club latini di Madrid è una specie di celebrità. Quindi dopo aver atteso i classici 15 minuti che lui finisse il giro dei saluti, delle strette di mano, degli abbracci e dei baci, ci dirigemmo insieme al bar per ordinare due Brugal Cola.
Poiché ad entrambi è sempre piaciuto osservare le persone e gli stili di ballo oltre che ballare, mentre eravamo lì con i gomiti appoggiati al bancone come due pistoleri del vecchio West, io gli domandai:
Dai, dimmi i 3 ballerini o ballerine che ti piacciono di più stasera.
Lui si mise ad osservare e mi indicò una ragazza che stava ballando che piaceva moltissimo anche a me. Ovvio che sarebbe stata la preferita di entrambi. Poi mi indicò un signore sulle cinquantina che ballava con la giacca e la camicia bianca che era essenziale ed elegantissimo e poi si guardò intorno alla ricerca del terzo ballerino migliore… secondo lui ovviamente. Ad un certo punto l’occhio gli cadde sulla più inaspettata delle scelte. Vidi i suoi occhi illuminarsi di gioia estatica e seguendo il suo sguardo ci misi un po’ di tempo a capire che era proprio la ragazza di fronte a noi quella che aveva attratto il suo interesse di maestro del ballo e di grande osservatore.
Non ci potevo credere. La ragazza che stava ballando di fronte a noi era una di quelle ballerine che io avrei considerato “terribili”. Non perchè non sapesse stare a tempo, ma perchè faceva troppo… si dimenava come un’ossessa e per me era orribile da guardare. Così gli dissi:
Abel, ma come fa a piacerti lo stile di questa ragazza? E’ evidente che sta facendo di tutto per attirare l’attenzione e fa tanti di quei movimenti inutili che è una cozzaglia disarmonica. –
Lui sorrise e poi mi disse:
Mi piace perché è una “wannabe”.
A quel punto io rimasi di stucco! Come poteva essere che ad Abel piacesse qualcuno che nella mia definizione era una “vorrei ma non posso”? Rimasi un momento in silenzio e mi resi conto che sicuramente lui stava vedendo qualcosa che io non ero in grado di cogliere. Allora gli dissi:
Spiegami meglio cosa intendi. Aiutami a vederla con i tuoi occhi. –
Lui sorrise, mi guardò fisso negli occhi e mi disse:
Tutti Clara siamo stati dei “wannabe”, persone desiderose di dimostrare il proprio valore. Tu, io, tutti. Quando sono arrivato in Spagna da Cuba io stesso ero un “wannabe”. Volevo a tutti i costi dimostrare di essere qualcuno. Ora non mi interessa più, ma io ricordo com’ero quando ancora non ero il Re della pista ma volevo esserlo. E vedere quella grinta in questa ragazza che non sa ballare bene, ma ci prova con tutta sè stessa mi dà una sensazione di vita! E’ pura adrenalina!!
Mi girai di nuovo verso la ragazza e la guardai. Smisi di vederla attraverso i miei occhi… poi qualcosa accade. Non so… forse è perché ho sempre riconosciuto in Abel una capacità di vedere il meglio nei ballerini (ma anche nelle persone)… o magari è perché aveva profondamente senso quello che lui aveva appena detto e il modo in cui me l’aveva detto, ma quella ragazza mi fece tenerezza e mi ritrovai rapida a guardarla ballare in quel modo così assurdo… ma bellissimo. E mentre lei rideva dimenandosi in pista, la vidi non più come disarmonica, ma come una fonte di vitalità ancora grezza che stava sperimentando a modo suo senza limiti il suo stile nascente.

Compresi che anch’io era stata una wannabe, in mille cose diverse e che lo sarei stata ancora ogni volta che mi sarei apprestata ad imparare qualcosa di nuovo. Abel aveva un pensiero diverso dal mio, più ricco e ampio ed era stato capace di farmi cogliere qualcosa di nuovo.
Ciò che mi permise di farlo mio, furono due cose: la disponibilità e l’affetto di Abel nel farmi vedere qualcosa che io non vedevo, e la disponibilità mia di farmi “toccare” dalla sua visione delle cose. Questo è uno dei modi in cui ognuno di noi amplia i propri orizzonti, spesso senza saperlo.
LE SFIDE DEL WANNABE
C’è da dire che spesso essere un wannabe, può essere frustrante. Spesso desiderare qualcosa che ancora non si ha, o non si sa, o non si è, può portare ad alcuni vicoli ciechi e dolorosi.
1# VICOLO CIECO: INVIDIA
Chi vuole ma ancora non ha o non sa, o non è, spesso si trova ad invidiare. Invidia ciò che non ha, non sa e non è. E se il “wannabe” non ha l’umiltà per riconoscere che ci sarà sempre qualcuno migliore di lui, alla fine tenderà a distruggere, denigrare, criticare tutto ciò che non riesce ad essere, sapere, avere. La vecchia storia della “Volpe e L’Uva” insomma. Con risvolti veramente distruttivi nelle relazioni ed interazioni umane.
Attenzione: tutti noi invidiamo qualcosa o qualcuno in certi momenti. Va bene così. Quando però ti trovi ad essere ossessionato da ciò che non hai, non sai e non sei, beh… quello è un buon momento per renderti conto che sei perso in un pensiero distorto che ti sta facendo un pessimo servizio e ti impedisce di progredire davvero in quello che vuoi essere, sapere o avere.
Questo è importante da tenere a mente, specialmente adesso che molti di noi si apprestano a sognare i sogni del nuovo anno.
Attenzione anche a chi ti dice che gli obiettivi non servono. Ti consiglio di ascoltare la sensazione attraverso cui te lo dicono: spesso è la loro esperienza che li ha portati a credere che non serva, e spesso sono bloccati nell’idea che “è meglio non desiderare per non rimanere delusi”. Alcuni invece sono in un flusso di vita che li porta comunque a vivere la vita che amano nonostante non si fissino obiettivi… e queste persone di solito, se ti diranno che “gli obiettivi non servono” te lo diranno con la stessa meravigliosa sensazione che aveva Abel mentre mi parlava dei “wannabe”…
Diffida di tutto il resto… diffida di chi prova a convincerti da una pessima sensazione che avere sogni e obiettivi non serve o che dato che non è riuscito lui, cerca di convincere anche te che non si può. Abbiamo sempre obiettivi che ci guidano, persino quando crediamo di no.
Avere un coach al tuo fianco che sa come aiutarti a perseguire quelli davvero giusti per te, potrebbe essere il primo passo diverso per vivere la vita che ami in questo 2020. (Nel P.S. ti indico un passo davvero concreto che puoi fare per capire come sarebbe avere me come coach per questo 2020… seguimi fino alla fine!).
2# VICOLO CIECO: PRESUNZIONE
A volte il wannabe, deve fare un atto di obiettività e rendersi conto che se non sai, non sai. Se non hai, è da qui che parti. Se non sei qualcuno è inutile che ti atteggi come se lo fossi, ostentando una sicurezza che non senti.
E’ inutile perdere tempo a fingere il contrario. Sei dove sei ora. Togliamoci dall’impiccio l’idea che vali solo fai, hai, sai. Non è così e la tua essenza è di valore a prescindere.
Il punto è che la spinta così forte a desiderare profondamente qualcosa, non è da reprimere, ma da assecondare con umiltà. L’essere umano è predisposto all’apprendimento e all’invenzione. Ecco che allora rilassarsi sul fatto che ci sono cose che dovrai sviluppare e apprendere ti toglie da quel pensiero idiota che ti fa credere che per il fatto che ancora non hai, non sai e non sei, non vai bene.
Vai benissimo già ora, semplicemente se vuoi qualcosa di diverso dovrai rimboccarti le maniche e prendere atto che c’è qualcuno lì fuori che ne sa molto più di te e che ha già fatto ciò che tu vuoi perseguire e che magari, con un po’ di fortuna ti farà persino da mentore. Bello no?
Quindi invece di nasconderti dietro l’idea che “sei già abbastanza”, rilassati sul fatto che proprio perchè “sei già abbastanza” puoi chiedere a chi è migliore di te in qualcosa aiuto, suggerimenti, consigli. Puoi leggere libri, imparare cose, cercare chi è già bravo a fare quel che vuoi tu e apprendere senza stress.
3# VICOLO CIECO: MENO PENSIERI SU DI TE
Avendo insegnato nella Scuola per SuperCoach di Alessandro Saramin, ho potuto traslare questo concetto anche alla professione del Coaching. Il mondo è pieno di Coach “WANNABE”… Anche io per i primi 5 anni della mia carriera, sono stata una Coach Wannabe. Capisco la gioia profonda di poter dire di avere finalmente i tuoi primi clienti a pagamento, capisco la fatica di non sapere come presentarsi, capisco le frustrazioni di quando vuoi fare un corso, ma non ti parte perché le persone annullano l’iscrizione all’ultimo momento. Ci sono passata decine e decine di volte e ogni tanto succede ancora… Eppure se potessi dare un consiglio davvero buono a chi inizia questa professione e la vuole fare sul serio con professionalità e passione e non come hobby a tempo perso, direi questo:
Smetti di occuparti di te, ed occupati di chi ti sta di fronte.
Io non so dire il momento in cui è avvenuto questo profondo cambiamento in me, ma ad un certo punto so che ho smesso di occuparmi di quanti clienti avevo, di quanti post scrivevo, di chi mi seguiva, di quanto sarei stata credibile, di quanto fatturavo e nella mia testa i pensieri diventarono cose tipo:
“Devo scrivere un post su quello che mi ha raccontato G. Potrebbe servire ad altri anche” oppure “Devo assolutamente insegnare questa cosa al gruppo di ragazze che ho, è fondamentale che lo sappiano”… oppure “Devo dire a quella mia cliente di fare un paio di sessioni, le servono proprio”.
Il focus è passato da me a te che mi leggi e a loro… i miei clienti e i partecipanti potenziali e reali ai miei corsi. Non c’è stato più spazio per le mie inadeguatezze. E questo ha fatto tutta la differenza del mondo nelle mie capacità che sono naturalmente aumentate a servizio e beneficio dei miei clienti.
E come questo funziona nel Coaching, funziona in qualsiasi altra professione, per chiunque. Arriva il momento in cui il focus si sposta da “te” a “loro” e lì fai un salto di qualità immenso.
IN CONCLUSIONE
Tieni a mente sempre che tutti siamo stati “wannabe” in qualcosa e lo saremo ancora ogni volta che iniziamo un cammino che non avevamo mai percorso. Puoi usare la grinta che viene dalla spinta di voler qualcosa che ancora non hai, non sai, o non sei… e puoi lasciar cadere tutto il resto…
Dubbi? Idee? Consigli? Riflessioni? Scrivimele qui sotto senza paura e remore! Ti risponderò volentieri. Se hai una figlia o un figlio adolescente (o nipoti), nell’epoca del costante paragonarsi sui social, fagli leggere questo post e invitali ad interagire con me! E’ ora che i ragazzi possano confrontarsi su questi temi importanti usando internet in modi nuovi ed intelligenti e non solo per cose che li fanno sentire sempre più inadeguati (vale anche per te… ci sarò anche per te ovviamente).
Per me questo 2020 sarà un anno di presenza rilassata e costante qui con voi sul blog e sui miei social: sarò al vostro servizio. Con presenza, determinazione, chiarezza, umorismo e anche tanta amorevolezza (mai stucchevole, promesso!)
Desidero che siate liberi di esprimervi dentro e fuori… a modo vostro, senza più perdere tempo prezioso o sprecare occasioni!
Buona anno a tutti voi… ancora una volta insieme!
Chiara
P.S.: Se non hai più voglia di essere frustrato perché non ottieni mai quel che vuoi, è arrivato il momento di assumermi come coach. Prima di capire se abbiamo feeling nel lavorare insieme, ti do l’opportunità di fare una sessione gratuita di Chiarezza Mentale e scoprire cosa io posso fare per aiutarti a realizzare quello che davvero vuoi andando oltre quello che credevi possibile. Clicca qui e iniziamo, senza sprecare altro tempo prezioso della tua vita.
Proprio vero Chiara! Quando ci permettiamo di non rimanere aggrappati alla nostra idea di come dovrebbe essere qualcosa, cambiamo prospettiva e riusciamo a vedere ciò che c’è la fuori con occhi nuovi…esattamente come spesso Tu sottolinei e, in questo post, l’esempio che fai è davvero illuminante! Grazie.
@Maurizio: Stupendo! Sono felicissima che ti sia servito!