Esiste un momento nella nostra vita in cui per qualche ragione inspiegabile, alcuni di noi credono di dover diventare bravi in tutto. Personalmente ci ho creduto anch’io anni fa… per fortuna ora, non più.
Per esempio, ho fatto recentemente pace con un grande problema che mi ha tormentato per anni: l’utilizzo del trapano e la mia incapacità a tal proposito.
Le persone si possono dividere in tante categorie, ma una di quelle in cui le divido io nella mia testa è questa:
Ci sono quelli/e che sanno usare il trapano.
Ci sono quelli/e che non lo sanno usare quel trapano.
Mia sorella Sara fa parte della prima categoria ed ha la mia stima immensa per questo.
Io faccio parte della seconda… gli inetti del trapano. Non è detto che se tu appartenga alla seconda categoria ti senta un inetto. Ma io mi ci sono sentita per un sacco di tempo.
Non è che io non l’abbia mai usato. Ho trapanato anche una lastra di metallo una volta. Ma avete presente quella sensazione di avere qualcosa tra le mani e percepire con tutte le forze che non è qualcosa che ti appartiene? Ecco… uguale. E’ la stessa cosa con il tacco 12 (che adoro su altre donne). Ci posso anche camminare, ma divento troppo alta, non mi piace il baricentro che ho, non li sento miei (a proposito mia sorella una volta ha trapanato un muro con il tacco 12 mentre stava sistemando i fusti di birra nel suo locale… stima alle stelle di nuovo).
Io lo so come ci si sente quando non sai ancora fare qualcosa, ma in qualche modo quella cosa ti appartiene. Vi faccio un esempio. Avete presente quando dovete conoscere qualcuno di nuovo, o entrate in un posto per la prima volta e vorreste fare tanto amicizia, ma non sapete da dove partire? Ecco… io in quelle situazioni mi sento come un pesce nell’acqua. Mi viene facile andare da perfetti sconosciuti/e salutarli, fargli domande sulla loro vita, come se ci conoscessimo da sempre. Per alcuni, tipo mia sorella, questo è fantascienza.
Ma a pensarci bene, per me è fantascienza indossare un tacco 12 a spillo, con un trapano in mano e fare un buco nel muro con disinvoltura.

Forte! Quel che è facile per me, per alcuni è fantascienza. Quel che è facile per loro, per me, a volte, è surreale.
Abili con il trapano VS Inetti con il trapano
A questo punto si potrebbe incappare nel solito vecchio errore che spesso come esseri umani ci ha portato a credere di dover essere delle specie di supereroi capaci di fare tutto. Potremmo credere di dover diventare TUTTI bravi a FARE TUTTO.
E se non ci riusciamo, in qualche modo, ci sentiamo inadeguati. Ecco che allora iniziamo ad invidiare chi usa bene il trapano, se noi siamo inetti nel suo utilizzo, o credere di dover essere più espansivi se siamo troppo timidi. E via per una ruota per criceti infinita dove l’unica cosa che conta pare essere quella di colmare le tue lacune e diventare “non manchevole” in nessun ambito.
MA E’ PROPRIO VERO CHE DEVI SAPER FARE o ESSERE TUTTO?
La risposta è semplice: no. E questo mi porta rapidamente a fare una interessante conclusione. Non è che chi non sa usare il trapano non possa, dedicandogli il giusto tempo, imparare. L’essere umano ha una dote di adattamento e una capacità di apprendere incredibile, e non c’è praticamente nulla che con tempo e pratica non siamo in grado di imparare. Ma la questione è: serve?
La risposta è di nuovo semplice: no. Serve se è qualcosa che ameresti fare. Non serve se credi che il tuo valore di essere umano stia nel saper fare quel qualcosa.
E questo vale anche per qualità più sottili come la timidezza. E’ vero che dovresti vincere la tua timidezza? No, non lo è. E’ vero che se un giorno vorrai uscire dalla tua cerchia di amici e incontrare persone nuove dovrai essere disposto a sentirti un pochino a disagio mentre fai qualcosa di davvero nuovo… ma sia chiaro, questo vale anche per cose pratiche come il trapano.
Non ti aspettare la prima volta che lo usi di essere un genio del mestiere, perchè sarai l’ultimo arrivato. E come tale la tua abilità, specialmente se sei come me, sarà pressoché nulla.
NON SERVE ESSERE O FARE TUTTO
Questo mi porta a un interessante pensiero sottostante al mio reale problema, e al disagio di essere fra quelli che il trapano non lo sanno usare. Di fondo ciò che mi metteva a disagio era il pensiero di “ma cosa fai se un giorno sei da sola e devi trapanare il muro e nessuno ti aiuta?”
E questa apparentemente sciocca domanda, ha lo stesso sapore di molte altre domande che ognuno si fa nella vita quando teme qualcosa…
… Cosa faccio se tra un anno, non avrò i soldi per…
… Cosa faccio se un giorno qualcuno che amo muore…
… Cosa faccio se domani piove e volevo andare al mare…
… Cosa faccio se non riesco a trovare una soluzione…
… Cosa faccio se …
Lo so che ti suona familiare. E’ quella sensazione che potremmo racchiudere nel timore di non essere pronti in un ipotetico futuro, nel caso in cui accadesse qualcosa di inaspettato.
UN CONSIDERAZIONE OGGETTIVA.
E’ vero. Potrebbe accadere qualcosa nel futuro che ti mette in una condizione di incertezza. Come in tanti momenti di quest’anno. E a volte noi crediamo che se saremo sufficientemente pronti a avremo colmato tutte le nostre “mancanze” saremo in qualche modo più pronti a fronteggiare quelle ipotetiche circostanze avverse nel futuro.
Ma la cosa di cui non teniamo mai, ma proprio mai conto quando ci preoccupiamo del futuro, e di ciò che non sappiamo fare, è che dovesse mai verificarsi in futuro che avremo bisogno di “usare il trapano” qualsiasi cosa significhi per noi, si attiveranno in noi risorse che ora non ci servono ancora. Avremo idee e pensieri diversi. E potremo contare sulla nostra capacità di imparare, chiedere, studiare, diventare qualcosa che ancora non siamo.
Quindi senza dilungarmi oltre, io ho avuto una realizzazione importante per me: io il trapano non lo so usare, e per ora non mi interessa usarlo. Quel tempo extra della mia vita, lo dedico alle mie passioni, e bucare muri o fare bricolage, non rientra fra queste. Come magari chi ama “il fai da te”, non trascorrerebbe ore a provare una coreografia di Kizomba. Ad ognuno il suo.
Ma so anche che se un domani mi trovassi da sola e le sorti del mondo (o del mio mondo) dipendessero dal fatto che io faccia un buco ben fatto su un muro, sono certa che mi applicherò per fare in modo che questo accada.
E so che anche tu farai lo stesso se dovesse davvero essere necessario. Sia quale sia la tua personale “inettitudine” o il tuo “trapano”.
Buona settimana.
Chiara Grandin
THE LIFE COACH
Carissima Chiara,
forse non sai usare il trapano fisico per fare buchi nei muri, ma quello per far entrare in profondità nell’animo pensieri e sensazioni nuove assolutamente si!
Sei una trapanista doc! :)))
Un abbraccio dal sole e sudore di Napoli
@Giovanna: Carissima Giovanna, il mio sorriso da quando ti conosco e ti leggo quando scrivi in questo modo è sempre lo stesso. Ammiccante e soddisfatto. Sapendo che il nostro incontro è stato assolutamente magnifico!
A presto Cara
Cara Chiara,
quante volte mi son trovata a dover ricorrere al fai da te, non per passione ma per necessità… vivendo da sola e non trovando aiuti, spesso (come dici tu, se serve le risorse per imparare e provare non mancano) mi son ritrovata con trapano, cacciaviti, sega circolare ed una volta persino martello pneumstico in mano… non fanno parte di me, ma è stata una bella soddisfazione esserci riuscita quando ho avuto bisogno di farlo… a riprova che le nostre risorse sono infinite.
Poi sul discorso delle domande sui vari “se”, devo dire che con un po’ di “ragionamenti interiori” post avvenimenti, dopo aver letto il tuo libro e dopo essermi avvicinata ai 3 principi (per ora solo seguendoti da lontano), ho “perso il vizio” ed abbandonato i vari “se… un giorno… poi… cosa accadrà…”:
1 la vita è imprevedibile, noi possiamo anche programmare, ma lei viaggia sui suoi binari e può cambiare rotta o addirittura deragliare in ogni momento
2 chissà quale sarà il nostro pensiero domani?
Pensa che da marzo sono a casa in cig con 1/3 dello stipendio di prima e con 2 figli da mantenere da sola, più un mutuo da pagare… l’inizio è stato duro, i pensieri erano devastanti, assordanti, demolenti, ansanti… poi ho smesso di alimentarli ed ascoltarli… un attimo di silenzio per poi far emergere nuove idee, rimettermi in gioco con ciò che più mi piaceva seguendo una mia grande passione… che spero parta alla grande.
E sai una cosa successa proprio oggi a pranzo? I miei genitori, ormai parecchio anziani, abitano alla porta accanto e tutti i mezzogiorni io ed i miei figli pranziamo con loro…. oggi mio papà ha fatto una battuta (capita spesso) e siamo scoppiati tutti a ridere… io li guardavo tutti, uno ad uno ed era una sensazione stupenda… il mio pensiero del momento è stato: il covid mi ha tolto il lavoro ed una sicurezza economica, mi sta dando però la gioia di godermi per un periodo tutta la mia famiglia (figli e genitori) e questo non ha prezzo. Mi godo il momento ed al domani ci penserò domani.
Un abbraccio e grazie😘
@Vanessa: Vanessa. Tu e le persone come te, siete la ragione principale per la quale scrivo. E mai smetterò di farlo. Che tu mi segua da vicino o da lontano non importa. Mi auguro davvero di averti con noi un giorno ad un corso o un evento, principalmente perché so che coglieresti tantissimo. Ma a prescindere da quello che deciderai e da quando ci incontreremo (probabilmente prima di quanto pensi) questo tuo commento è stata una vera e immensa gioia. Grazie per ogni parola e pensiero che hai condiviso. Un abbraccio immenso!