Stanotte, mi sono svegliata con una sorta di filastrocca dal retrogusto macabro nella testa.
C’è chi vive, c’è chi muore.
C’è chi resta e c’è chi va.
C’è una serranda che si apre e una che si chiude e mai più si rialzerà.
Nel 2017 la serranda, dopo una complessa operazione, è rimasta alzata per mio papà. E nonostante la gioia provata, non posso dimenticare le tre che quell’anno si sono abbassate e non si sono rialzate.
Quella del papà di Anikò che quando ha saputo di mio padre era dispiaciutissima, e qualche mese dopo, mi mandava una foto della tomba del suo in Ungheria, mentre io ero a fare l’aperitivo con il mio, ancora vivo.
Quella del papà di Mara, una mia coachee del tempo che poi divenne anche un’amica, e che quell’anno durante una sessione di coaching, mi raccontò della storia del suo di papà che era stato molto male ma era guarito… e poi a distanza di qualche mese da quella sessione, ne stavo facendo un’altra con lei dopo la morte del suo “papi”. Così lo chiamava e lo chiama lei.
Ed infine quella di Ferruccio. Il vicino di letto di mio padre nel post-operatorio. Che ironia se penso che all’inizio lui e mio padre si destavano, mentre poi erano diventati amici. Così amici che quando mio padre andò al suo funerale qualche tempo dopo, il figlio di Ferruccio lo abbracciò come se fosse un amico di lunga data.
C’è chi resta e c’è chi va.
La mia mente stanotte va ad un altro Bruno che è andato. Bruno, che è lo stesso nome del mio di padre, ma è anche quello del papà di Marta, la moglie di un mio caro amico, Max. Ho visto il papà di Marta due volte in vita mia: una al matrimonio Marta, e la seconda a Jesolo, quando ha cucinato per me, Alex, sua figlia, sua moglie e Max.
Di quel pranzo ricordo che mangiammo benissimo, ma nonostante io abbia una memoria davvero incredibile per i dettagli, non ricordo cosa fosse. Forse del fritto? Non lo so… eppure c’è un particolare che invece ricordo. L’aperitivo al succo d’anguria. Era delizioso.
Ricordo, come durante quel pranzo sul terrazzo dell’appartamento vista mare, Bruno osservava e ascoltava intensamente tutto. Ricordo il modo in cui il suo sguardo si incuneò nel mio più volte quel giorno. Era lo stesso sguardo con cui mi guardò l’ultima volta che lo vidi Giorgio Rivasi, un vecchio cliente, collega e amico di mio padre, poco prima che morisse.
Avrei potuto prevedere la sua dipartita da questo mondo solo da quello sguardo. Bruno, il papà di Marta, è uno degli ultimi che ha avuto un funerale senza mascherine.

La conta
Nella conta dei morti stanotte, non dimentico il barbiere e i fratelli del mio amico Momo, Antonio Sandano, mia nonna, il figlio di Valia, il fratello di Veronica. Nella conta della morte, stanotte, non dimentico tutte le attività commerciali messe in ginocchio. Nella conta dei morti, stanotte, non dimentico il ragazzo che si è impiccato anni fa a Treviso perché non riusciva a pagare i conti del suo bar.
E poi, nella conta dei vivi, penso a Lucia. La stessa Lucia che è stata operata e con cui durante le sessioni parliamo di morte in modi che ogni tanto finiamo ridendo e che a sentirci da fuori, potremmo sembrare così dissacranti, ma che in realtà durante le nostre conversazioni vediamo che tra la conta dei vivi e quella dei morti, esiste una domanda essenziale che è sempre la stessa, ed è probabilmente l’unica a cui questa notte sento di voler dare una risposta.
Se stai leggendo questo post, un giorno di molti o di pochi anni fa sei venuto al mondo. E se stai leggendo questo post, un giorno, tra molto o poco tempo a partire da adesso anche tu, come me, morirai.
E la questione è: cosa farai del tempo che ti sarà concesso in questa vita?
Perché sai una cosa? La risposta è tutta qui.
Ad ogni singolo istante la nostra esperienza di qualsiasi cosa, sarà sempre frutto del nostro pensiero del momento e se credi che io senta amarezza nel cuore, sappi che non è così. E’ solo che da molto, moltissimo tempo vedo con estrema chiarezza che c’è di più in questa vita che il nostro pensiero personale, con cui ci intratteniamo fin troppo.
C’è di più. Infinitamente di più.
E per coglierlo quel “di più” c’è stato fatto un dono immenso. Che è quello dell’ascolto. Non quell’ascolto in cui ascolti solo per poi dire la tua. Non l’ascolto di quando senti le parole e ti fermi ad esse. L’ascolto che ascolta. Oltre e poi tace, perché quando ascolti a quel livello non c’è granché da dire dopo.

E allora stanotte penso. E sento. E poi saluto.
Saluto chi ha terminato il suo percorso su questa terra.
Saluto anche chi è ancora fisicamente qui, ma non ancora per molto.
E parlo a chi è ancora fisicamente qui, ma non si rende conto della fortuna immensa che ha di esserci.
E parlo a chi è qui e sa che immensa fortuna sia.
E allora ripenso a George Pransky che ha parlato alla UK 3 Principles Conference anche quest’anno con Linda, sua moglie, che seduta accanto a lui gli ricordava le parole che lui dimenticava, perché dopo l’infarto e le operazioni che ha avuto, tante cose per George sono cambiate.
Penso alla stanza virtuale in cui parlavano a me e altre 20 persone. Penso all’amore immenso e inspiegabile che è emerso dal loro intervento. E a George che ogni tanto perdeva il filo del discorso, ma che dopo che una partecipante ha ringraziato in maniera toccante per quello che lui e Linda avevano condiviso, il suo sguardo si è illuminato, la sua voce è tornata quella di un tempo e lui ha esclamato con grande vigore che se il loro intervento fosse servito anche e solo per cambiare la vita di una persona, ne era valsa la pena.
Eccola lì la risposta. Eccola lì.
Se anche e solo quello che farai, dirai, sarai nella vita servisse a cambiare in meglio la vita di qualcuno, tutto il tuo vivere sarà valso.
E questa probabilmente alla fine dei conti, è l’unica cosa che fa, ha fatto e farà sempre la differenza.
Chiara Grandin
The Life Coach
Che bello Chiara, vivere la vita in pienezza, in ascolto, prendendoci cura di chi arriva anche per poco sulla nostra strada. Così “la vita mangiata in questo modo è ben più saporita ” GRAZIE!
Prego Sara. A presto!
Wow. Non ho molte parole da dire… Mi godo questa immensa verità con gratitudine. Wow!
Che dire… erano le 5 del mattino e mi sono imbattuta nella tua scrittura… non posso Dire altro che mi hanno fatto iniziare la giornata riflettendo e facendo un sorriso, perché la vita è meravigliosa e ciò che hai scritto ha portato a galla tanti pensieri nascosti!
Salve sto danzando con la mia vita e la mia morte . Nel fare questo passo di danza c è tutto il mio amore, la materia di cui siamo fatti che è eterna.
Io vivo ogni passo come unico e per me non ha importanza quanti ne fai, certo si è ” fortunati” se ne potessi farene tanti ma in fondo vengono comunque sommati ad altri per fare la coreografia della vita. Grazie Chiara ti voglio bene
@Veronica: Condividerlo con te è ancora più bello
@Sara: sono davvero felice che ti abbiamo fatto riflettere. Un abbraccio fortissimo
@Lucia: niente da aggiungere… tu sai che sei parte di queste riflessioni!
ho riletto quello che hai scritto perché volevo essere sicura di aver capito quella che sembra una considerazione scontata certo ben scritta come ti é naturale fare ed ho condiviso pienamente la tua considerazione finale dove inviti te e noi e TUTTI ad essere ascoltatori attenti di tutto ciò che accade intorno a noi perché c’è molto di più da capire per scoprire quello che la VITA vuole farci sperimentare per farci crescere fino a quando ci sentiremo connessi al tutto di cui siamo parte con naturalezza e tutto per noi sarà vera VITA con LUI per sempre baci
@Anna: penso che ogni volta che si legge si colga quello che in qualche modo risuona con noi. A volte risuona tutto, a volte solo qualcosa. Ma è quel qualcosa ciò che è da tenere con noi, perché in qualche modo perfettamente giusto, farà la differenza e questo è bellissimo. A presto Anna
Bellissimo ciò che hai scritto, molto riflessivo… e l’ultima frase in evidenza mi ha riportato alla vera essenza…
Grazie Chiara
Un piacere averti con me anche oggi Vanessa. Felice che ti abbia portato una ventata di sensazioni essenziali per te!