Nella puntata di oggi di Coaching Caffé rispondo a questa domanda:
“Quanto ti perdi nelle vite degli altri?”
Esiste un modo di perdersi nelle vite altrui estremamente impoverente. Ci fa sentire male, inadeguati e persino inutili.
Ma ce ne uno in cui quando ci “perdiamo” e ci immergiamo nella vita dell’altro, ne usciamo arricchiti, trasformati, colmi di bellezza.
Il resto, te lo dico nel video… Buona Visione!
Domande? Scrivemele qui sotto. Ti è arrivata una bella sensazione e ti ha ispirato? Fammelo sapere!
A presto!
Chiara Grandin
The Life Coach
Ciao Chiara, ascoltandoti mi è venuto in mente che quando l’altro ci manifesta contrarietà o quasi dispiacere per qualcosa di bello che stiamo condividendo, non è perché non ci meritiamo la felicità ma perché l’altra persona in quel momento (e magari da un po’ di tempo) è troppo persa “nei suoi guai”, non riesce a vedere davvero con i nostri occhi, a connettersi con il nostro sguardo. Ma noi abbiamo comunque la possibilità di essere felici e di goderci ciò che di bello accade intorno a noi. Riflessioni frutto di una questione personale che sto attraversando attualmente… Grazie di questo video, è un piacere sentirti. Buona giornata a te <3
@Daniela: Buongiorno a te. Colgo di sottofondo una idea tua. Ovvero che l’altro dovrebbe essere in grado di essere sempre (o il più possibile) felice per te e che la reazione dell’altro aumenti o diminuisca la tua felicità. Non è così. Se mentre sei in ascolto ti rendi conto che l’altro di fronte a te non è in grado di gioire con te, semplicemente non condividere in quel momento. Sai Daniela, il mondo è davvero pieno di persone che magari hanno il tempo e l’energia giusta per te in questo momento. E la cosa bella è che non sempre il supporto o la condivisione che cerchi arriva dai “soliti noti”. A volte i soliti noti, che sono le persone cha da lungo tempo sono nella tua vita, magari hanno bisogno anch’essi di nuovi pensieri. E questo non toglie nulla al bene che c’è di sottofondo. Un abbraccio
Ciao Chiara! grazie della tua risposta, in cui mi ritrovo nel senso che ho abbandonato da tempo le aspettative di complicità sotto tanti aspetti. Anzi riesco benissimo a vedere che l’altra persona ha comunque la sua storia, i suoi desideri come io ho i miei e ha un suo punto di vista leggittimo quanto il mio, più o meno lucido nel dato momento. Ho fatto anche scelte piuttosto forti che non ci hanno trovato d’accordo. Il mio dispiacere a volte si lega in particolare al passato quando mi sono resa conto subito che non aveva senso condividere e resto in questa emozione che forse tempo fa non ha trovato abbastanza riconoscimento da parte mia e degli altri. Qualche volta invece si presenta un dispiacere dell’oggi, più realistico, ma ci sta, lo accolgo come tale, come un segno del mio sentire e di ciò che sarebbe stato bello per me (magari non per l’altro). E’ bello e importante per me sostare in pensieri più ampi, come per esempio appunto quello che hai suggerito, che ci siano tante altre persone oggi con cui posso condividere le miei gioie. A volte quando sono stanca è più difficile ricordarsi di togliere la testa dall’angolino in cui continua a battere per voltarsi e vedere il mondo più ampio intorno. Ma è sempre un sollievo e una via necessaria per riaprirsi alla vita e alla creatività. Un abbraccio
Chiara semplice e profonda come sempre! Ci ricordi che i successi degli altri non ci minacciano e possiamo accoglierli come vorremmo fossimo accolti i nostri! Bacione
Ti leggo solo oggi cara Giovanna! Grazie per il tuo commento!