L’idea che voglio trasmetterti oggi è semplice, ed è una considerazione per aprirti al fatto che puoi preoccuparti meno.
Quando ci si preoccupa si ha una sensazione di pesantezza e incertezza. E tutti noi desideriamo del sollievo quando stiamo così. Nel tentativo di procurarci quel sollievo, a volte, iniziamo a parlare fino allo sfinimento di quel che ci preoccupa. Eppure ti sei già accorta che in molte occasioni, parlare, serve a poco. Anzi, a volte peggiora il tuo stato d’animo.
Esiste un confine sottile quando parliamo dei nostri stati d’animo per sfogarci un momento e avere conforto, e quando il parlarne troppo diventa parte del problema.
Quando lo facciamo all’infinito, cercando di analizzare, venirne a capo, o sentirci meglio, è come se cercassimo di calmare il movimento di acque scosse, agitandole con un cucchiaino. Per qualche strana ragione, crediamo che funzionerà, ma non funziona. Mai.

RAPIDO ESERCIZIO DI PENSIERO
Immagina per un attimo di avere davvero di fronte a te una bacinella d’acqua che è stata urtata dal tuo piede e dove puoi osservare visibilmente l’acqua in movimento. Ora immagina di prendere un cucchiaio da minestra, immergerlo nell’acqua e muoverlo in senso orario, per fare in modo che l’acqua si fermi.
E’ una assurdità totale, lo so. Eppure spesso è quello che fai con i tuoi pensieri. Cerchi di calmare pensieri preoccupanti con altri pensieri. Entrambi generano movimento, e più movimento metti in moto, meno le acque della tua mente si calmeranno.
Di cosa ha bisogno una bacinella di acqua che è stata urtata e ha l’acqua in movimento, per fermarsi e tornare calma? Di nulla. Lo fa da sé. Serve solo qualche istante perché il movimento si plachi. Nessun cucchiaino è richiesto. Nessuna azione da parte nostra.
Sentirci così interessati a tutte le variazioni dei nostri stati d’animo ci fa semplicemente diventare inutilmente reattivi o ipersensibili. Invece che placare il movimento e l’agitazione della nostra mente, il parlare troppo delle preoccupazioni, amplifica quasi sempre quel movimento e l’agitazione che ne consegue.
Smetti di parlare quando le acque sono troppo agitate
Attenzione: a volte parlare di quel che ti preoccupa con qualcuno che ti ascolta profondamente, è l’unica cosa che ti serve per vederci chiaro. A volte invece può essere ciò che ti agita ancora di più. Attraverso la comprensione dei 3 Principi, vedo sempre di più che, esattamente come dice Linda Pransky, essere troppo interessato a quel che senti e pensi ti porta distante dal vedere e realizzare una semplice verità:
“Il fatto di smettere di preoccuparmi dei miei stati d’animo, mi permette di averli senza che questi si impossessino di me”.
Linda Pransky
Sai, le acque della mente di ognuno di noi si agitano. Il gioco, per quello che mi riguarda non è fare in modo che stiano sempre immobili, ma realizzare che il movimento non è pericoloso. E che quando torna calma, spesso senza che noi facciamo nulla, tutto torna ad apparire chiaro.
Rimani con queste parole. Ascolta, oltre l’eccessiva importanza che dai a tutto quello che ti passa per la testa. Lascia che una comprensione più neutrale della vita ti porti in quello spazio di chiarezza, dove le inutili (e spesso dolorose) storielle che ti racconti o racconti allo sfinimento agli altri su quello che ti accade o che temi accada, smettano di avere così tanta importanza.
Una volta che ne farai esperienza tu stesso, inizierai a preoccuparti sempre meno di ciò che c’è nella tua testa, e occuparti sempre di più di quel che accade nella vita.
Buona settimana,
Chiara Grandin
The Life Coach
Vero e giustissimo, mi è capitato di evitare di pensare e di parlare, ed in realtà il problema è svanito più rapidamente del previsto. Diciamo che ho applicato la tua strategia senza esserne consapevole, ma sono certa che funziona
Salve Elisa, benvenuta nel mio blog. E’ bello vedere come le cose vere, sono vere per tutti, e che spesso anche senza saperlo, seguiamo istintivamente quella buona sensazione che ci fa ritrovare chiarezza e prospettiva. Torna a trovarmi.
Chiara